28 gennaio 2022

Caro bolletta? C’è energia (da produrre) in campo

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In questi giorni fioccano i comunicati stampa sul caro energia.  In tutte le regioni si moltiplicano le iniziative per chiedere al Governo iniziative più incisive per ridurre l'impatto economico sulle aziende agricole. Il tema è attuale ed è stato al centro di un incontro di Confagricoltura a Bologna. Nella sede di Fico i rappresentanti dell'associazione ed esperti del settore hanno alzato lo sguardo sul futuro per disegnare scenari anche quelli relativi alla prospettiva della decarbonizzazione.

L'energia? Me la produco in azienda

Oggi l'Italia è dipendente per il fabbisogno energetico. Gli agricoltori possono dare una mano al Paese, perché possono anche essere produttori di energia rinnovabile. Prima delle opportunità vediamo i problemi denunciati dall'associazione. “Da una parte c'è l'Europa che vuole una sterzata importante, che ci chiede di produrre più cibo con meno risorse e a prezzi accessibili per il consumatore – parole del presidente di Confagricoltura Bologna, Guglielmo Garagnani-; dall'altra c'è la tempesta perfetta determinata dall'aumento dei costi energetici, che per noi agricoltori impatta sull'acquisto di concimi e mezzi tecnici, carburanti, gas ed ovviamente elettricità. Il settore primario rischia di rimanere schiacciato tra l'incudine e il martello“.

Puntare sulle rinnovabili

Oggi ci sono diverse opportunità per il mondo della campagna. E' infatti possibile la diversificazione delle fonti energetiche, privilegiando quelle rinnovabili. A iniziare dalla produzione di bio-metano dagli scarti della produzione o all'agrivoltaico con l'installazione di impianti fotovoltaici. Ma bisogna sfruttare e valorizzare le superfici non dedicate all'agricoltura. Guglielmo Garagnani sottolinea: “Non si tratta di trasformare il nostro comparto in un settore agroenergetico, ma gli agricoltori ancora una volta si metteranno a disposizione per vincere questa sfida con il loro approccio pragmatico“.

Il governo su caro energia deve fare di più

Sostenibilità ecologica, ambientale ma pure sociale ed economica: “Fermo restando l'obiettivo fondamentale di invertire la tendenza sui cambiamenti climatici, da cui non è possibile sottrarsi come società e come agricoltura – è il commento di Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura -, occorre individuare soluzioni graduali che permettano da un lato di evitare rincari pesanti per i cittadini, dall'altro alle imprese di essere competitive e soprattutto di continuare a produrre. Le misure annunciate dal Governo sono sicuramente importanti, ma presentano evidenti carenze soprattutto per le imprese agricole che necessitano di elevati consumi di energia”.

Chicco Testa chiede realismo

Chicco Testa è un nome noto del mondo energetico. Rappresenta le imprese di Assoambiente, è il presidente dell'associazione, e nel suo intervento ha cercato di mettere in guardia sulla transizione ecologica. Questa la sua opinione “Occorre realismo: la transizione ecologica sarà un processo complesso e che richiederà tempo. Sostituire i consumi da fonti fossili non sarà semplice e non si farà con gli slogan. Serviranno anni ma nel frattempo occorre continuare a fare innovazione, anche nel mondo agricolo: differenziare le fonti energetiche, continuare a investire nelle rinnovabili ma puntare, parallelamente, alla riduzione dei consumi energetici, come già sta indicando la cosiddetta smart agricolture che permette di contenere il consumo di acqua, l'utilizzo di pesticidi o fertilizzanti”.

Le opportunità della transizione energetica

Punta al sistema Paese Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia: “Per affrontare le criticità sul fronte energetico serve una spinta maggiore anche da parte del mondo agricolo per ricondurre alla realtà le Istituzioni nazionali ed europee che, negli ultimi decenni, si sono mossi solo in direzione della tutela ambientale, trascurando il tema della competitività”.

Arturo Semerari, Ad di Agricolnsulting Spa: “La transizione energetica, pur nelle difficoltà generali, offre grandi opportunità – incalza  – I tre settori di maggiore interesse sono quelli del biogas e biometano, dove il PNRR mette a disposizione 1,9 miliardi di euro e dove la strada è tracciata nel segno della metanizzazione degli impianti, la produzione di energia dal sole e i crediti di carbonio”. Infine Stefano Borghi, chairman di Carbon Credits Consulting: “Trasformare in opportunità la transizione energetica e la decarbonizzazione è possibile: i progetti attualmente in corso in America Latina e Meridionale stanno dando risultati rilevanti e stiamo lavorando affinché queste iniziative, come il carbon farming, possano essere sviluppate anche in Europa e in Italia”.

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