06 febbraio 2018

Ortofrutta in Carrefour, focus su contenuto di servizio, filiera controllata, bio

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Ottimi risultati sotto tutti i fronti nel reparto ortofrutta di Carrefour. Il 2017, ci spiega infatti Andrea Rossi, responsabile ortofrutta Carrefour Italia, è in linea con il trend positivo che l'insegna francese registra da due anni a questa parte:

Tutti gli indicatori del reparto, fatturato, redditività, sono positivi insieme agli indicatori definiti qualitativi, cioè la percezione della qualità del nostro cliente finale, la rotazione delle referenze a scaffale, l'intenzione al riacquisto: tutti indicatori che ci stanno dando un vantaggio rispetto al passato».

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Andrea Rossi, buyer ortofrutta Carrefour

Nei 3 canali distributivi – iper, market ed express – Carrefour Italia conferma per il terzo anno consecutivo un aumento delle incidenze, a valore vendita, della verdura di I, IV e V gamma e della frutta secca. La frutta di prima gamma è invece leggermente in calo, ma di contro «alcuni trend di consumo ci stanno confermando il potenziale già intercettato nel 2016, mi riferisco alle linee di frutta pronta al consumo e frullati, oltre ai burger e all'esotico ready to eat».

Carrefour ha riscontrato come nei propri reparti ortofrutta i clienti prediligano i prodotti ad alto contenuto di servizio, di qualità, di filiera controllata e bio.

Il biologico, trasversale a tutte le categorie del reparto, dalla frutta alla verdura o alla frutta secca, non smette di crescere con progressioni a doppia cifra sia di volumi che di fatturato».

Nel 2017, e specificamente nel canale ipermercato, Carrefour ha lavorato molto sulla redditività a scaffale sia in termini di rotazione prodotto che di corretta gestione della scala prezzi e di spazi espositivi: «I risultati sono al di sopra delle aspettative» conferma il responsabile ortofrutta.

Soddisfare un cliente che si mostra sempre più «curioso, che vuole essere informato e gratificato e non gli basta più il mero prezzo» è una sfida anche per i produttori italiani di ortofrutta.

Spero colgano la sfida iniziando a raccontare ai clienti finali ciò che fanno e come lo fanno, la passione che li spinge a fare scelte coraggiose e quanto sono orgogliosi di produrre con tecniche evolute, innovative a basso impatto ambientale e soprattutto garanti della sicurezza alimentare».

Ma come trasmettere al cliente finale questo valore aggiunto? «Sviluppando dei packaging personalizzati, aggiungendo dei leaflet alle confezioni, sfruttando i media e i social, i fondi che la comunità europea mette a disposizione per queste operazioni di marketing».

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