Si è svolto nei giorni scorsi ad Arcidosso (GR) un convegno per fare il punto sul progetto Bio.cas.po., riguardante l’innovazione nel settore castanicolo, co-finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Toscana, nell’ambito del progetto di filiera Vacasto (ovvero valorizzazione del castagno in Toscana). Dai dati presentati, sono risultati 112 i soggetti beneficiari dei fondi del Psr tra le province di Grosseto, Lucca e Siena, per un importo complessivo di oltre 3,3 milioni di euro. Quattro, in particolare, sono state le misure del Psr adottate: la promozione dell’Igp, i miglioramenti aziendali, la trasformazione del prodotto e l’innovazione. La potatura, secondo quanto è emerso al convegno, rappresenta il principale costo colturale nella castanicoltura. Dalle prove presentate da Carla Nati e Niccolò Montorselli del Cnr Ivalsa, occorrono circa 20 euro a tonnellata per potare un castagneto da frutto nelle migliori condizioni ed oltre 70 euro a tonnellata per la filiera di produzione del cippato. I costi diventano proibitivi nel caso si vada ad operare sul recupero dei castagneti. Il prototipo messo a punto dal progetto Bio.cas.po., grazie alla collaborazione tra il Gesaaf dell’Università di Firenze, la Next Technology di Prato e la ditta Roggi, consente un notevole risparmio dei costi, automatizzando le lavorazioni che al momento sono condotte esclusivamente a mano.
20 marzo 2015
Castagna, la Toscana investe in innovazione
37