12 aprile 2016

Castagne, c’è futuro per quelle dell’Amiata

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C’è futuro per le castagne del Monte Amiata e per quelle toscane in generale. La Regione ha infatti approvato nei giorni scorsi l’inserimento del progetto integrato di filiera Vacasto Plus (acronimo di Valorizzazione Castanicoltura Toscana Plus) all’interno del Piano di Sviluppo Rurale 2014 – 2020, che permetterà ai produttori di potere contare su finanziamenti comunitari per proseguire la loro attività. A darne notizia è stato nei giorni scorsi il quotidiano Il Tirreno, che scrive tra l’altro: “E’ un progetto da tre milioni di euro, a cui la Regione contribuirà con un finanziamento di un milione e settecentomila euro”. A beneficiare di questi fondi, secondo il progetto approvato dalla Regione, non saranno solo i castanicoltori del Monte Amiata, ma anche quelli dell’entroterra senese e grossetano, dal momento che all’interno del progetto sono presenti l’associazione castagna Igp del Monte Amiata, l’associazione Alta Maremma e l’associazione castanicola Val di Merse Montagnola senese.

Complessivamente saranno coinvolte una trentina di aziende di tutta l’Amiata senese e grossetana, di una parte dell’alta Maremma e della Montagnola senese, che punteranno a innovare anche grazie al coordinamento dell’Università di Firenze e del Cnr. Scrive poi ancora il Tirreno: “In questa voglia di sperimentare e adeguarsi al nuovissimo, spicca il progetto “Open riccio” costituito da due sotto progetti: il primo che si pone l’obiettivo di utilizzare i ricci di castagne e le bucce dei marroni, estraendone le sostanze per l’applicazione in campo cosmetico. Sostanze antiossidanti che potrebbero trovare applicazioni oltre che nell’industria farmaceutica anche in quella alimentare come colorante naturale. Parallelamente a questa linea, si svilupperà una nuova forma di campionamento e mappatura delle superfici castanicole con l’utilizzo di droni e voli aerei, per avere informazioni sullo stato fitosanitario e sulla biomassa proveniente da potature. Si valuterà lo stato di salute di circa 600 ettari di castagneti presenti in cinque comuni”.

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