Non ci sono ovviamente ancora numeri ufficiali a suffragare la tesi di una produzione di castagne in netta crescita rispetto allo scorso anno, tuttavia nel bresciano sembra esserci attualmente molto ottimismo in tal senso. Un servizio apparso sul quotidiano “Il Giorno” descrive chiaramente il cambio di rotta. “I castagni del territorio – riferisce l’articolo – che fino allo scorso anno non generavano quasi più ricci, quest’anno sono carichi. Tra qualche giorno comincerà la raccolta a cui seguiranno la vendita del frutto fresco al consumatore oppure la lavorazione, che servirà a produrre farine, dolci, paste fresche e persino birre. A rendere possibile tutto questo è stata la sperimentazione attuata da Ersaf (ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste, n.d.r.) e Provincia di Brescia dopo che nove anni fa i castagneti lombardi sono diventati l’habitat di un insetto dannoso: il cinipide galligeno del castagno. A riportare la situazione alla quasi normalità è stata la decisione da parte degli scienziati di Ersaf…di inserire nell’ambiente il cosiddetto antagonista, ovvero il Torymus sinensis…”. Nel medesimo servizio si aggiunge inoltre: “Sul lago d'Iseo la prima azienda che ha accettato di tentare con la sperimentazione è stata il “Forest” di Iseo, che possiede ben otto ettari coltivati a castagneti. «Abbiamo cominciato cinque anni fa – spiega il titolare Luca Romele – e devo dire che i risultati ottenuti sono tangibili. Prima dell’avvento del cinipide la mia azienda produceva 200 quintali di castagne ogni stagione. Siamo scesi a 60 quintali con un calo netto del 70 per cento. Quest’anno ne raccoglieremo almeno 180 quintali, segno che attualmente rispetto al passato abbiamo un calo solo del 20 per cento. Siamo soddisfatti, anche tenendo conto che l’annata è stata asciutta e l’estate torrida”.
09 settembre 2015
Castagne, c’è ottimismo nel bresciano
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