E’ proseguita anche negli ultimi giorni, in diverse zone della Penisola, da nord a sud, la lotta biologica al cinipide galligeno, che nel recente passato ha rappresentato un vero e proprio flagello per la castanicoltura italiana.
Ad essere interessato, tra gli altri, da lanci dell’insetto antagonista del cinipide (il Torymus sinensis) è stato il territorio comunale di Ne, in provincia di Genova. “L’Amministrazione Comunale di Ne – spiega una nota diramata dal locale assessorato all’agricoltura – con soddisfazione informa che sono stati effettuati tre lanci di Torymus sinesis per la lotta biologica al cinipide del castagno, forniti dall’Azienda Agricola Ecocentrica di Asti. Tali lanci, necessari per continuare la lotta biologica per salvaguardare la pianta di castagno, che rappresenta ancora un valido strumento di difesa del territorio e anche reddito per gli agricoltori che continuano la coltivazione dello stesso, sono stati effettuati in collaborazione con i proprietari nella media valle e nell’alta valle e sono stati pagati interamente dall’Amministrazione Comunale. I lanci effettuati negli anni precedenti sono comunque serviti, ma non va abbassata la guardia perché il cinipide continua ad essere presente”.
Dal nord al sud della Penisola, in questa lotta biologica è stato coinvolto negli ultimi giorni anche il comune di Castel San Lorenzo, in provincia di Salerno. In questo caso, l’amministrazione comunale ha erogato un contributo a favore dell’associazione “Castanicoltori campani”, coprendo i costi di un lancio di “Torymus sinensis” al fine di ripristinare le produzioni castanicole dell’area.
Nonostante, negli ultimi anni, la questione della “vespa cinese” (questo è l’altro nome con cui è noto in cinipide) sia molto migliorata e la produzione sia tornata a crescere, soprattutto nel nord – centro Italia, rimane ancora alta l’attenzione verso il proliferare di un insetto che, in passato, è stato il responsabile della distruzione di interi raccolti di castagne.