Come era nell’aria già alla vigilia, durante il Tavolo nazionale di filiera della frutta secca – sezione castagno, svoltosi la scorsa settimana a Roma, sono state definitive diverse misure a favore della castanicoltura, un settore che in tutta Italia sta attraversando da anni uno dei suoi momenti peggiori, che ha toccato un apice negativo proprio lo scorso anno, con l’azione combinata dell’emergenza cinipide galligeno e della scarsa piovosità. In alcune zone della penisola, come ad esempio in Campania, le perdite sono state calcolate anche nell’ordine del 90%. Al Tavolo della scorsa settimana, l’Agea (agenzia per le erogazioni in agricoltura) ha confermato la disponibilità ad inserire i castanicoltori come beneficiari delle misure ad ettaro del primo pilastro della Pac. Il castagneto sarà quindi definito frutteto sulla base delle dichiarazioni rese dai conduttori dei fondi alle Regioni e delle rilevazioni aerofotogrammetrie. Sono inoltre state promosse dal Tavolo quattro proposte di Confagricoltura: l’intensità di aiuto ad ettaro delle misure compensative ed agroambientali (le singole Regioni dovranno armonizzare i vari aiuti previsti, ora molto disomogenei da un territorio all’altro), l’estensione a tutte le regioni d’Italia di quanto proposto dalla Campania nel suo Psr 2014/2020 (riguardante la potatura dei castagni), l’inserimento del castagno nell’elenco delle specie finanziabili con la misura 5 del Psr (che copre sia gli investimenti preventivi sia il ripristino della coltura in caso di calamità naturali) e, infine, l’attivazione in tutte le regioni castanicole della misura 16, che finanzia le attività di ricerca e sviluppo nell’innovazione della filiera.
26 aprile 2015
Castagne, in arrivo aiuti dalla Pac
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