È tempo di castagne e anche in Campania la raccolta è già a buon punto. Qui si trova una delle filiere più importanti del comparto, con più di 9.500 ettari coltivati, 3.500 aziende di settore e quattro Igp riconosciute. Castagne che ben si prestano alla pelatura, perfette per la produzione di marron glacé e semilavorati.
Quantitativi in calo del 30%
Secondo le previsioni, la raccolta 2024 dovrebbe concludersi per fine mese. La quantità non è altissima: si ipotizza un calo complessivo di circa il 30%, ma il bilancio resta comunque positivo. Il clima autunnale ha favorito la fase finale di maturazione e raccolta permettendo alle aziende di portare a casa un prodotto di ottima qualità.
A parlarne con myfruit.it è Vincenzo De Maio, vicepresidente del Distretto della castagna e del marrone della Campania nonché titolare dell’azienda agricola De Maio che coltiva e commercializza nocciole, noci, castagne e ciliegie.
Sono 180 gli ettari di proprietà destinati a castagneto dove crescono diverse varietà tra cui il marrone di Serino Igp e il marrone di Santa Cristina. “I nostri castagneti sono dislocati in diverse zone. Alla luce di questo, abbiamo preferito diversificare la produzione”, racconta spiegando anche che il prodotto è destinato per la maggior parte all’ingrosso.
“Siamo soddisfatti della raccolta: nonostante il calo, è una buona annata”, spiega De Maio che ricorda anche gli alti e bassi di quelle precedenti. La stagione 2024 sembra invece serena e anche sul fronte dei prezzi non si notano particolari difficoltà.
“A seconda del calibro e della qualità del prodotto, possono variare dai 2 ai 2,80 euro. Si tratta, a mio avviso, di prezzi giusti che possono accontentare un po' tutti”, commenta il produttore.
Allungare il periodo di consumo
Positive anche le prospettive sul mercato con una buona richiesta da parte del consumatore finale. “Quello che ci auguriamo – aggiunge De Maio – è che la gente continui a mangiare le castagne anche superato questo periodo”.
Il consumo, in effetti, ha il suo picco nei mesi autunnali, trascinato anche dallo svolgersi delle tante sagre che animano il Paese. “Dopo Natale, si nota spesso una flessione. Invece la castagna è un prodotto che può essere consumato anche nei mesi di gennaio e febbraio. Si dovrebbe puntare ad allungare il periodo di commercializzazione”.