Dalla “Gabbiana” in Val Bormida alla “Brodasca” in Val di Vara fino, ai più conosciuti marroni: nei boschi liguri è iniziata l’autunnale raccolta delle castagne, per le quali la stagione poco favorevole rischia di condizionarne la quantità ma non la qualità, mentre avrà un peso rilevante l’annullamento di fiere e sagre a tema a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Ad annunciarlo è la sezione regionale di Coldiretti, che spiega: “Il castagneto, in Liguria, costituisce circa il 30% del territorio boschivo regionale. La castagna ligure, dopo aver rischiato la scomparsa nelle stagioni passate a causa dell’attacco del cinipide galligeno, sta riprendendo, non senza difficoltà, il suo protagonismo, anche se pesano l’andamento del clima e le razzie degli animali selvatici…A livello nazionale la produzione di castagne made in Italy, superando i 35 milioni di chilogrammi, è in crescita rispetto alle passate stagioni. Inoltre, l’abbassamento delle temperature sta favorendo un aumento dei consumi da parte delle famiglie italiane, anche se si fa sentire la mancanza delle tante sagre locali che si svolgono in questo periodo”.
Intanto, in Toscana, è crisi profonda per il Marrone del Mugello Igp. A rilevarlo è Cia Toscana centro, che in una nota denuncia: “Nei giorni della raccolta i castanicoltori fanno i conti con un raccolto molto inferiore alla media. In un castagneto dove si raccolgono solitamente 10 quintali ad ettaro, infatti, in questi giorni si raccolgono solo 1,5 quintali, con un calo dell’85%. E’ quindi rischio la produzione 2020 del pregiato Marrone del Mugello Igp, che già ha dovuto scontare annate negative”.
“Ci sono anche aziende – ha aggiunto Sandro Orlandini, presidente di Cia Toscana centro – che hanno deciso di non raccogliere perché non hanno praticamente produzione. Danni gravi sono stati causati principalmente dal cinipide del castagno, una problematica che ha colpito a macchia di leopardo”.