01 luglio 2022

Castagne: in tutta Italia le premesse per una buona annata

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La stagione castanicola 2022 ha tutte le carte in regola per essere una buona annata. Molto, ovviamente, dipenderà dal meteo delle prossime settimane, ma va anche considerato che i castagneti secolari sanno reagire meglio di altre piante alle situazioni di difficoltà. Il castagno, poi, per le sue caratteristiche intrinseche, non costringe ad anticipare la raccolta in annate di particolare siccità. Questi e altri spunti sono emersi dalle considerazioni di Ivo Poli, presidente dell’Associazione nazionale Città del Castagno.

Interpellato da myfruit.it, Poli rileva: “C’è stata una grande fioritura dal Nord al Sud della Penisola, spinta in parte anche dal freddo primaverile dello scorso anno, che aveva causato stress alle piante e che quindi le ha fatte in qualche modo reagire con la nuova stagione. Per ora, quindi, le cose sono andate avanti in maniera regolare, anche se rimane ovviamente aperta la questione siccità. Al momento le piante, soprattutto quelle secolari, non stanno soffrendo; ce lo insegna anche la saggezza popolare, che ha coniato proverbi ah hoc. Ad esempio, Per San Lorenzo sempre in tempo, ovvero il 10 agosto, giorno di San Lorenzo, ci sarebbero ancora i margini per avere una buona annata. O, ancora, Per santa Maria il marrone fa la cria (cioè il marrone, il 15 agosto, forma la sua creatura, ndr). Ma, a parte questi detti, la castagna è una pianta che riesce a bere, con le foglie, la rugiada della notte, e meno di altre specie soffre la siccità. Poi, ovviamente, per lo sviluppo del riccio serviranno le precipitazioni”.

Tra le insidie, Ivo Poli cita il marciume. “Si tratta – dice – di una patologia causata da un fungo, arrivato praticamente nello stesso periodo in cui abbiamo dovuto affrontare il cinipide. L’anno scorso sotto questo aspetto è andata abbastanza bene, ma quest’anno è ancora un’incognita”.

In termini commerciali, il presidente dell’associazione Città del Castagno è soddisfatto e guarda al futuro con ottimismo, sebbene non nasconda pure alcuni problemi. “La campagna 2021 è andata bene sotto questo aspetto, considerando anche i problemi che abbiamo dovuto affrontare con la pandemia, che ha cancellato le tantissime sagre dedicate alla castagna. Fortunatamente, quest’anno dovrebbero riprendere. Si tratta di un aspetto molto importante per tanti piccoli castanicoltori, che rappresentano il 90% della castanicoltura italiana. In queste occasioni, infatti, viene venduto circa il 50% del prodotto fresco. Inoltre, tali manifestazioni fungono da volano per la vendita di altri prodotti agroalimentari. Il problema, invece – prosegue Poli – è rappresentato da una sempre maggiore presenza di prodotto estero, di qualità più scarsa rispetto a quella nazionale, ma dai prezzi inferiori. Del resto, in Italia la castanicoltura ha una sua peculiarità e non ha le grandi distese oggi presenti in paesi come la Spagna e il Portogallo”.

Dulcis in fundo la buona notizia, che almeno per il momento riguarda però solo la Toscana. “Questa Regione – conferma Poli – nei giorni scorsi ha lanciato un bando per il ripristino dei vecchi castagneti, nel quale sono considerate anche le spese delle potature, normalmente non più finanziate, perché nel Psr (Piano di sviluppo rurale) il castagneto è considerato un frutteto. Si tratta di un’anomalia che andrebbe risolta, anche perché continuano a esistere disparità. Il Trentino Alto Adige, per esempio, regione a statuto speciale, può beneficiare di fondi del Psr per le potature”.

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