In Val di Vara, provincia di La Spezia, la campagna delle castagne sta mostrando risultati in netta ripresa. A confermarlo è Maurizio Canessa, presidente dell’associazione Castanicoltori del Levante Ligure, che spiega: “In linea generale, l’annata 2022 è andata oltre le più rosee aspettative dal punto di vista dei quantitativi. Se infatti è vero che, a causa della prolungata siccità estiva, le piante più giovani e quelle che si trovano su terreni meno fertili hanno mostrato segni di sofferenza, riducendo anche drasticamente la loro produzione, è altrettanto vero che le piante più adulte, con una base radicale più strutturata, hanno generato un’ottima resa. Rispetto all’anno scorso, quindi, in Val di Vara l’aumento medio di produzione si attesta sul 10%”.
Anche la qualità è molto soddisfacente, tanto che Canessa prosegue: “Anche il balanino, che diversi problemi aveva creato in passato, quest’anno non sta facendo molti danni”.
L’associazione Castanicoltori del Levante Ligure aggrega una 30ina di soci, con aziende agricole di diverse dimensioni. Questa produzione di castagne è destinata soprattutto a essere trasformata in farina. Un procedimento, questo, che in Val di Vara viene fatto ancora all’antica maniera, ovvero dopo una lenta essiccazione dei frutti all’interno dei casùn, quelle strutture che in Toscana e in Emilia sono conosciute come metati.
“Proprio perché la fase di essiccazione è appena agli inizi, e non avremo la nuova farina prima della fine di novembre – prosegue Canessa – è presto sia per parlare di qualità della farina, sia di prezzi. Per la qualità della farina, infatti, ogni singolo produttore segue di fatto un procedimento proprio, con più o meno scarto, che per le proposte di maggiore qualità vuol dire arrivare a eliminare più del 50% della produzione di castagne. Le quotazioni, poi, saranno fatte anche in base alla qualità effettiva del prodotto finito”.
Del resto la farina di castagne, da queste parti, è una vera tradizione. “Un tempo – ricorda Maurizio Canessa – la si usava per fare un po’ di tutto, dal pane, alla polenta, ai dolci. Oggi, è impiegata soprattutto per fare prodotti dolciari”.