05 ottobre 2022

Castagne: nel Cuneese danni per la siccità

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Ancora una volta, non si profila una grande annata per le castagne del Cuneese. A testimoniarlo è Remo Degiovanni, fondatore e socio titolare, insieme al figlio Stefano, dell’azienda agricola L’Àrbol di Moiola (Cuneo). Nel suo appezzamento, Degiovanni produce e trasforma Castagna di Cuneo Igp, coltivando numerose cultivar come il Garrone Rosso, che produce frutti differenti dal tradizionale marrone, dal sapore più deciso.

“Questo – osserva Degiovanni – è il terzo anno consecutivo che va male. Due anni fa la nostra zona è stata devastata da una grandinata, mentre nel 2021 e nel 2022 è stata protagonista la siccità. La produzione, probabilmente, quest’anno è superiore all'anno scorso, ma rimane decisamente inferiore alla norma. Inoltre, i calibri sono medio piccoli: anziché 70 o 75 castagne per raggiungere un chilo oggi ne occorrono mediamente 110, se non 120. Poi, ovviamente, bisogna fare i conti con i costi di produzione aumentati”.

Degiovanni aggiunge: “Abbiamo iniziato la raccolta a inizio ottobre e finiremo molto probabilmente prima della fine del mese. Se ormai, nella nostra zona, il cinipide è pressochè scomparso, molte piante sono però state sfiancate dalla siccità e, specialmente in terreni non concimati, è facile trovare il verme delle castagne”.

Tutte queste premesse si riflettono sul mercato, dove attualmente i prezzi non sono affatto incoraggianti. “Il misto selvatica – conclude Degiovanni – viene scambiato circa 1 euro, con il Garrone Rosso si va sui 2/2,2 euro il chilo. Nel 2021, eravamo sui 3/3,5 euro. Siamo a veri e propri livelli da sottocosto, senza considerare che è aumentato il lavoro di selezione, visti i calibri decisamente inferiori rispetto alla norma”.

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