30 ottobre 2023

Castagne: nessuno ci sta guadagnando

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Nessuno degli attori della filiera castanicola sarà in grado di trarre un buon profitto dalla produzione e dalla vendita di questo prodotto in questa campagna. Ad esserne convinto è un esperto come il cavaliere Salvatore Malerba (nella foto assieme alla figlia Jessica), quinta generazione alla guida di un’attività – Castagne Malerba di Montella, provincia di Avellino – nata nel 1862 e oggi specializzata nella produzione e trasformazione di castagne.

“Stiamo concludendo proprio in questi giorni la raccolta – spiega Malerba – e un aspetto mi sento subito di sottolinearlo: con la situazione attuale, nessuno dei vari attori della filiera del castagno ci sta guadagnando. Insomma, non sarà possibile farci speculazioni. Anzi, tutt’altro. E parlo da produttore, trasformatore e commerciante”.

Poi Malerba prosegue: “La produzione è molto scarsa. Siamo attorno al 20-25% rispetto a un’annata normale. Il prodotto che c’è, almeno, è di qualità molto elevata, ma appunto o quantitativi sono estremamente ridotti. Ci troviamo quindi in una condizione in cui i prezzi sono altissimi, ma i produttori non riescono a recuperare nemmeno le spese. Non va tanto meglio, tuttavia, per i commercianti: se questi ultimi alzano i prezzi, infatti, corrono il rischio di andare fuori mercato, per cui anche loro stanno contenendo al massimo i listini. Pure la Gdo, infine, non può ottenere grandi margini. Insomma: è un’annata di sacrifici per tutti”.

Ancora, Malerba rileva: “La politica, quella regionale in particolare ma non solo, non potrà non tenere conto di questa situazione. Del resto, nella sola Campania si produce la metà delle castagne di tutta Italia. Noi castanicoltori, peraltro, non solo creiamo occupazione ed economia, ma abbiamo anche un importante ruolo nella tutela ambientale, a partire dalla prevenzione al dissesto idrogeologico e agli incendi. Occorre quindi attivare, con il contributo della politica, una sperimentazione seria sul castagno, che possa mettere le varie aziende specializzate nelle condizioni di produrre e guadagnare. Bisogna offrire altresì ai produttori delle linee guida ben precise su come condurre un castagneto, altrimenti siamo di fronte a una sconfitta adl punto di vista produttivo e occupazionale”.

“E’ già stato fatto qualcosa a livello regionale quando il castagneto è stato equiparato a un frutteto e quando è stata tolta la tassa sulla riconversione da ceduo a castagneto. Ora, tuttavia, occorre fare molto di più per salvare il comparto“, conclude Salvatore Malerba.

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