Frutta a guscio ed essiccata

22 ottobre 2024

Castagne, ottima produzione nel Casertano

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Anche nell’alto Casertano, area tradizionalmente dedicata alla castanicoltura e patria della Castagna di Roccamonfina Igp, la raccolta è ormai a buon punto. 

“Nella nostra zona inizia sempre con un po' di anticipo rispetto alla media. È stata avviata già dal 15 settembre e siamo ormai ad un buon 80%”, dice a myfruit.it Angelo Amore, commerciale della cooperativa Conca. Circa 100 produttori associati e la commercializzazione di castagne fresche, essiccate e farina

Nell’aria ci sono ottimismo e soddisfazione per una stagione che sta dando ottimi risultati sia sotto il profilo produttivo che commerciale. 

“Quest’anno ci sono state una buona fioritura e una buona impollinazione. I castagneti, situati per lo più in zona di montagna, con le loro radici profonde, non hanno sofferto il caldo dei mesi estivi”, spiega. 

Le temperature di settembre e ottobre, più fresche rispetto agli anni passati e accompagnate anche dalle piogge, hanno favorito la caduta e la raccolta e, infine, anche il consumo. “È risaputo che in consumatore gradisce la castagna quando il clima è più fresco”, sottolinea Amore. 

Finalmente assente il cinipide  

La buona notizia è, finalmente, l’assenza del cinipide galligeno che, negli ultimi 15 anni, ha invaso i castagneti arrivando quasi ad azzerare la produzione. 

“Siamo molto contenti. Dopo tanti anni, le piante hanno una bella vegetazione, con frutti sani, e non sono sofferenti a differenza di quanto accadeva in passato. La lotta biologica che abbiamo intrapreso già anni fa ha funzionato”, commenta Amore. Da tempo infatti è stato introdotto un antagonista, anch’esso di origine cinese, che ormai è abbastanza diffuso. “Siamo arrivati perciò ad una situazione di equilibrio e speriamo di avere così superato il problema”. 

L’assenza del cinipide asiatico ha permesso di portare a casa buone quantità, con numeri che si avvicinano a quelli degli anni antecedenti alla sua diffusione. 

Per l’areale sono stati anni difficili. “Prima intere famiglie vivevano di castanicoltura e dell’indotto che ne derivava. Poi sono arrivate stagioni molto scarse, senza produzione e senza guadagno. Tanti giovani hanno abbandonato l’attività e la tradizione della castanicoltura ne ha risentito”, racconta il responsabile commerciale della cooperativa.

Ma il comparto per questo territorio vuol dire molto: “I castagneti sono importanti per la salvaguardia del sistema idrogeologico. Se vengono abbandonati non solo c’è una perdita in termini economici, ma ci potrebbero essere problemi di carattere ambientale. Non dimentichiamo che in montagna hanno un ruolo importante per la tenuta del suolo”, evidenzia. 

L'indotto turistico

Ogni anno, il mese di ottobre è animato dalla Sagra della Castagna di Roccamorfina Igp, prodotto che ha ottenuto la certificazione appena due anni fa, dopo un inter durato a lungo.  “Ogni weekend si registrano 20-30mila presenze, con turisti che provengono da tutto il centro-sud Italia. E’ un evento ormai consolidato che impatta positivamente sul mercato".

Produttori e aziende hanno la possibilità di commercializzare e promuovere prodotto fresco e trasformato. 

"Non meno rilevante è l’indotto turistico che vi ruota intorno. Questi momenti, per le popolazioni di montagna, sono una bella boccata d’ossigeno. Anche quest’indotto però verrebbe a mancare se si perdesse la tradizione della castanicoltura. Facciamo appello alle istituzioni affinché non ci abbandonino in momenti come questo, dove tutto cambia. Siamo coraggiosi, ma abbiamo bisogno di sostegno”.

Appello alle istituzioni

A oggi uno dei problemi maggiori riguarda la scarsa presenza di manodopera. “Stiamo cercando di meccanizzare la raccolta – spiega Amore -  ma ci vogliono investimenti importanti, impegnativi per le aziende, che di solito sono piuttosto piccole”. Due o tre ettari la dimensione media. 

“Alcune hanno cominciato, ma la maggior parte di loro raccoglie ancora a mano. Facciamo appello alle istituzioni affinché incentivino l’innovazione e la meccanizzazione. Negli anni passati ci sono stati anni con poco prodotto e con una flessione anche dei consumi. Ora siamo ottimisti verso il futuro”.

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