Per le castagne del Monte Amiata, il 2016 sarà ricordato come un anno molto difficile. A sottolinearlo è stato in questi giorni lo stesso Attilio Tocchi, presidente di Confagricoltura Toscana.
“Quello che sta per concludersi – ha detto Tocchi – è stato senza dubbio un annus horribilis per il settore castanicolo amiatino. Pertanto, è quanto mai importante stanziare denari per i produttori di castagne pesantemente colpiti dalla mancata produzione e dalla muffa. Perdere in un momento già penalizzato dalla crisi tutto il raccolto di un anno con una stima dei danni di circa 6 milioni di euro, significa uccidere la storia del Monte Amiata e soprattutto impedire che quasi tremila ettari di castagneti non vengano più manutenuti e conservati. Ecco perché va bene sensibilizzare la Regione, ma credo che sia determinante, se non vogliamo far affondare questa economia, un immediato sostegno economico per consentire ai duemila castanicoltori di provare a vedere un futuro meno nero per loro e per l’Amiata.
Basterebbe attivare il Piano Regionale Agricolo Forestale – prosegue Tocchi – un documento di riferimento per tutte le strategie di intervento del comparto agricolo e forestale, nonché l’unico Piano di erogazione finanziaria, che si basa su fondi regionali e nazionali ed è coordinato con le risorse europee. Ricordo che in passato il Praf ha finanziato numerose iniziative di promozione e valorizzazione delle produzioni locali delle zone montane, ma oggi, che non c’è più il prodotto, è quanto mai necessario stornare quelle risorse indirizzandole direttamente affinché le castagne amiatine continuino ad essere un prodotto di eccellenza che il mondo ci invidia”.
«Servono forme aggregative – ha aggiunto poi il direttore Paolo Rossi – perché la grande frammentazione dei proprietari in questo settore non aiuta contro i grandi gruppi che fanno cartello. La nostra castagna è tra le migliori d’Italia per proprietà organolettiche e va tutelata”.