Nell’anno che in molte parti d’Italia ha segnato una decisa ripresa nella produzione di castagne, per i castanicoltori della zona del Monte Amiata, in provincia di Grosseto, le cose non sembrano mettersi bene. Non perché manchi il prodotto, bensì perché i magazzini destinati a contenerlo chiudono alle castagne locali.
A darne notizia è stato in questi giorni il quotidiano locale “Il Tirreno”, che spiega tra l’altro: “I magazzini dei grossisti di castagne stanno chiudendo i battenti. Centinaia di quintali di prodotto restano per terra, nei castagneti, perché nessuno più li ritira. E le motivazioni sono complesse. C’è stato il problema della muffa e c’è un mercato impietoso. Si dice anche che sia saturo di castagne che vengono dal resto d’Italia e dall’estero e così quelle seppure pregiate dell’Amiata nessuno le vuole più. È questo l’ultimo atto di una stagione cominciata male e proseguita malissimo, che, invece, avrebbe potuto procedere bene.
Infatti, dopo un primo momento in cui in alcune zone il prodotto si presentava con la muffa, le castagne erano bellissime e sane. Nonostante questo, i prezzi sono precipitati fino a raggiungere 70 centesimi al chilo. Un prezzo irrisorio, se si pensa che nei negozi in città un chilo di queste castagne arriva a costare anche 10 euro: umiliante per chi si dedica alla raccolta e fa conto su quanto incasserà per il bilancio domestico. Che alcuni appezzamenti di terreno, soprattutto nelle zone basse della fascia castanicola, fossero stati interessati dal fungo è innegabile. È questo che ha provocato nei grossisti la necessità di aprire campioni di castagne per fare il prezzo. Ed è questo che ha cominciato a tenere i prezzi bassi… Intanto i castanicoltori si ribellano.
«Potevano avvertirci. Ci sono quintali di castagne per terra – dicono – è stata fatta all’inizio una cattiva pubblicità della castagna amiatina». «Non si tratta di pubblicità – ribatte il grossista – è che sul mercato sono arrivate castagne guaste e questo ci ha compromesso l’annata».