16 giugno 2016

Castagneti, nelle Marche si chiedono modifiche

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Coldiretti Marche ha chiesto nei giorni scorsi alla Regione di riconoscere il castagno come “albero da frutto”, al fine di potere accedere a fondi comunitari. Da anni, infatti, continua ancora questo problema burocratico, che sta creando non pochi problemi ai produttori. La richiesta è avvenuta durante un’audizione in consiglio regionale, ad Ancona.

“Sul territorio marchigiano – rileva la sezione regionale di Coldiretti – sono 850 gli ettari di castagneti in produzione, curati da circa 540 aziende, che creano reddito e lavoro e frenano il rischio di dissesto idrogeologico”. Tuttavia, quella che è stata definita “una cervellotica interpretazione burocratica secondo la quale le castagne non sarebbero dei frutti”, sta precludendo di fatto ai produttori l’accesso ai fondi comunitari, “con effetti disastrosi – prosegue Coldiretti Marche – per un settore che negli ultimi anni è stato già gravemente colpito dal cinipide, il parassita cinese che distrugge gli alberi”.

“L’arrivo di risorse europee – continua Coldiretti – potrebbe invece contribuire a rilanciare la produzione ma anche a creare filiere di prodotti trasformati e di legno di castagno di qualità, favorendo l’ingresso dei giovani, e promuovere nuovi modelli imprenditoriali con il coinvolgimento attivo dei proprietari. La maggior parte dei castagneti da frutto (ben il 94 per cento) si trova nell’Ascolano, davanti al Maceratese (4 per cento), mentre le altre tre province (Fermo, Pesaro, Ancona) rappresentano assieme il restante 4 per cento. Tre sono i tipi di castagne presenti nell’elenco ufficiale dei prodotti agroalimentari tradizionali: marrone del Montefeltro, marrone di Acquasanta Terme e marrone di Roccafluvione”.

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