La coltura e cultura del castagno è sempre più in caduta libera in Europa. In 50 anni si è passati da 450mila tonnellate a 160mila. Quasi due terzi della produzione si sono evaporati. Si è partiti dai numeri a Marradi, in provincia di Firenze, durante il tradizionale dibattito primaverile/estivo dedicato alla filiera. Questo il titolo: " Nuovi impianti di Castagneti specializzati: Progettualità e fasi esecutive: per fare il punto sullo stato di salute della nostra castanicoltura e delle prospettive di rinnovamento".
I temi sono diversi da quelli di mezzo secolo fa. Oggi al centro dell'interesse vi sono nuove emergenze. L’incontro è frutto del lavoro del Centro di studio e documentazione sul castagno di Marradi dove è sempre in prima fila il presidente Elvio Bellini che ha aperto i lavori .
Nel 2022 raccolte 57mila tonnellate, nel 2023 solo 43mila
Si parte dalle possibili innovazioni e delle prospettive di rinnovamento per ridurre l’ormai continuo calo delle superfici e della produzione. "In Europa la produzione è in netto calo ed oggi è in grado di assicurare una quantità commercializzabile di circa 160mila tonnellate (8-9% della produzione mondiale), raccolte su di una superficie di 110mila ettari circa. Il calo è drammatico se si pensa che solo 50 anni fa l’Europa poteva contare su di una produzione di oltre 450mila tonnellate. Ismea conferma che la produzione italiana nel 2022 su di una superficie raccolta di circa 36mila ettari di castagneti in attività di coltura, si sono raccolte circa 57mila tonnellate di marroni e castagne, produzione che nel 2023 si è ridotta a circa 43.000. Il fabbisogno nazionale fra prodotto destinato al mercato fresco e all’industria di trasformazione è più elevato della produzione quindi l’esborso finanziario per acquistare castagne e marroni che l’Italia deve sostenere, si aggira intorno ai 65 milioni che vanno a vantaggio di Turchia, Spagna, del Portogallo, dalla Grecia e anche dall’Albania".
Castagneti da rinnovare
Esperto del tema e membro del centro di Marradi Luciano Trentini ha fatto emergere una tematica centrale per il futuro del settore: il rinnovamento dei castagneti e di come hanno operato altri Paesi per sviluppare una nuova castanicoltura competitiva. "In Italia e in particolare nel nostro Appennino, riteniamo che il grande valore aggiunto sia dato da nuovi investimenti coltivati soprattutto a marroni, la Castanea Sativa - ha sottolineato Trentini - Ho analizzato alcuni dati economici relativi ai costi d’ investimento comparando numeri dell’Italia e della Francia. Emerge che nel nostro Paese è necessario operare ancora per migliorare le conoscenze tecniche per questi nuovi investimenti. La costituzione di poli sperimentali e dimostrativi, condotti in collaborazione fra i produttori e le istituzioni scientifiche sono necessari per raggiungere un incremento significativo della produzione".
Aumentare la produzione
Per superare il trend negativo è necessario migliorare la produzione soprattutto in termini quantitativi. Servono nuovi investimenti. In particolare impiantare nelle aree di collina e montagna nuovi castagneti. Davide Salvino del Disafa dell’università di Torino ha presentato la relazione dedicata a Gestione sostenibile delle biomasse residuali in nuovi castagneti nell’ambito del progetto Reaction. Gabriella Mellano, anche leidel Disafa, ha sottolineato dell’importanza della certificazione del materiale vivaistico in castanicoltura quale strumento di garanzia della sanità del materiale vegetale per il coltivatore. Demetrio Perulli dell'università di Bologna ha evidenziato la necessità di conoscere la fisiologia del castagno per gestire in modo razionale l’irrigazione del castagneto, intervento necessario soprattutto in questi ultimi anni condizionati dal cambiamento climatico.
Un secondo appuntamento e si guarda alla nutraceutica
Il centro di Marradi ha già programmato un secondo incontro dove oltre alla consueta analisi sulle problematiche fitosanitarie, si parlerà di nutraceutica ovvero la sinergia fra nutrizione e farmaceutica per favorire il dato salutistico, sempre più ricercato dai consumatori.