La castanicoltura, che per lunghi anni è stata snobbata o abbandonata, punta ora alla sua riscossa. Anche attraverso iniziative come quella che sta portando avanti Stefano Fogacci, membro della Rete nazionale di castanicoltori Slow Food, che è tra gli ideatori e gli organizzatori del grande evento del 19 marzo prossimo alla Cineteca di Bologna, quando per un’intera giornata, a partire dalle 9,30, il tema in discussione sarà: “Montagna, castagno e città: insieme è rigenerazione“.
“Durante l’ultima edizione del salone Terra Madre svoltosi a Torino – spiega Fogacci – è nata la Rete nazionale di castanicoltori Slow Food. Il 19 marzo ci troveremo per questo straordinario appuntamento, patrocinato dalla Regione Emilia Romagna, che ci vedrà insieme a Università di Bologna, istituzioni, vertici Slow Food e a tanti castanicoltori da tutta Italia, per parlare appunto di castanicoltura e del suo rilancio. Lo faremo innanzitutto con la proiezione di diversi video e testimonianze, ma si potranno ascoltare ovviamente anche le voci di tanti protagonisti”.
Fogacci poi continua: “Indubbiamente il settore castanicolo, nonostante le varie difficoltà, è in ripresa. E in questo contesto vorremmo coinvolgere sempre più Slow Food per dare valore a quello che sta avvenendo. E’ importante, infatti, anche comunicare certi progetti, e reputiamo che Slow Food lo sappia fare bene, come ha dimostrato più volte anche in altri ambiti”.
Non manca, infine, il bilancio sull’ultima annata nell’Appennino modenese: “In termini quantitativi – conclude Stefano Fogacci – era tanto che non si vedevano numeri così alti. Davvero una grande differenza rispetto all'anno prima, quando il raccolto era stato scarso. Purtroppo, però, le pezzature 2022 erano piccole e, in più, è tornato a farsi strada il problema del marciume, che ha causato difficoltà soprattutto alle ditte ancora non bene attrezzate per la selezione dei frutti. E’ stata insomma un’annata tra alti e bassi, caratterizzata anche da un calo dei prezzi. Ma questo non significa, appunto, che la castanicoltura non sia in ripresa”.