«L'innovazione varietale è una delle poche strategie in cui zone di coltivazione tradizionale della mela come l'Italia, come l'Alto Adige, possono sopravvivere e differenziarsi in futuro».
Da oltre trent'anni il gruppo di lavoro di pomologia del centro di sperimentazione agraria e forestale di Laimburg, a Bolzano, si occupa di studiare e sperimentare nuove varietà di mele supportando i produttori della zona Trentino e Alto Adige e aiutandoli ad incontrare le esigenze del mercato.
Walter Guerra è il direttore dell'istituto di frutti e viticoltura di Laimburg e del gruppo di lavoro specializzato in pomologia che sperimenta nuove varietà studiando circa un centinaio di programmi di miglioramento genetico esistenti sulla mela, si occupa direttamente di miglioramento genetico e allo stesso tempo lavora su vecchie varietà autoctone della zona. I ricercatori collaborano con i produttori di Trentino e Alto Adige fornendo informazioni sull'adattabilità di nuove varietà, provenienti da Paesi lontani, alle condizioni della zona.
«Il nostro compito è quello di testarle in loco – spiega Guerra -. Testiamo vari aspetti tra cui gli aspetti agronomici, la suscettibilità alle malattie e la conservabilità». I ricercatori non si occupano di marketing ma cercano di capire quali sono le varietà più ricercate dai mercati di tutto il mondo per ampliare il raggio d'azione delle vendite.
«L'Alto Adige rifornisce oltre 40 mercati fuori dall'Europa ed è chiaro che un consumatore indiano ha altre aspettative ed esigenze rispetto ad un consumatore tedesco – spiega il direttore – la Gala va bene su tutti i mercati ma per certe esigenze servono specifiche varietà. Ad esempio in India, mercato emergente, servono varietà che abbiano una resistenza alla shelf-life maggiore di altre per adattarsi a condizioni climatiche. I gusti variano anche in base alle generazioni, le nuove generazioni in Europa prediligono il dolce, aromatico, ma Scandinavia e Nord Europa si orientano su un acidulo equilibrato».
L'innovazione varietale, ribadisce Guerra, è l'arma vincente per penetrare nuovi mercati: se è vero che «la Gdo in Italia ha spazio per 5-10 varietà, è vero anche che ci sono anche tanti mercati al mondo e c'è spazio per ulteriori varietà che hanno una certa esclusività e permettono di differenziarsi da altri concorrenti, come la Polonia. Da un punto di vista delle tecnologie la Polonia si sta sempre di più avvicinando ai nostri standard: una Gala, ad esempio, è sempre più simile alla Gala polacca ma è sull'innovazione varietale, sulla qualità e sull'immagine della mela italiana come mela di montagna che l'Italia può battere la concorrenza polacca».
In Alto Adige ogni dieci anni vengono importate da una a cinque varietà di mele, un ritmo più lento rispetto a Paesi come la Nuova Zelanda ma più dinamico dei concorrenti polacchi e tedeschi. Attualmente i ricercatori di Laimburg stanno lavorando su 5 nuove varietà, tra cui una varietà a polpa rossa e una varietà di mele a pezzatura ridotta, pensate ad esempio per i bambini. «I consumi cambiano – spiega Guerra – in passato in Italia la mela era soprattutto da dessert e si mangiava in famiglia, adesso viene sempre più mangiata come snack e le nuove generazioni non sono in grado di mangiare una mela di 300 grammi». Il gruppo sta inoltre testando nuove varietà resistenti che permettano una produzione più sostenibile, alcuni risultati verranno presentati nello stand del centro di Laimburg ad Interpoma.
Foto in alto: Laimburg, A.Seppi