16 maggio 2016

Certificazione etica. Coop non arretra, focus sul pomodoro

37

Agromafie e infiltrazioni nel mercato del lavoro in agricoltura attraverso il caporalato rappresentano un business che nel complesso vale tra i 14 e i 17,5 miliardi di euro. È quanto emerge dal lungo e articolato rapporto “Agromafie e caporalato realizzato dall’Osservatorio Placido Rizzotto – Flai Cgil, giunto alla terza edizione e presentato a Roma venerdì 13 maggio.

A margine del rapporto, Coop Italia ha fatto il punto sulla campagna lanciata due mesi fa dal titolo “Buoni e Giusti Coop”, nata per contrastare il lavoro nero e con un focus rivolto soprattutto a 13 filiere ortofrutticole considerate a più alto rischio.

Buoni e Giusti Coop

Buoni e Giusti Coop

Nella nota inviata da Coop emerge la volontà di “non abbassare la guardia” rispetto ad un progetto nel quale la più importante cooperativa di consumatori italiana afferma di credere fortemente. E ribadisce l’invito all’adesione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità lanciata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ad agosto dello scorso anno.

Un messaggio chiaro, soprattutto se si prendono in considerazione anche le recenti polemiche nate in Puglia negli areali di raccolta delle ciliegie, dopo la richiesta di proroga di adesione a questa vera e propria “certificazione etica” che Coop ritiene fondamentale e che, d'altronde, è anche parte integrante della stessa campagna “Buoni e Giusti Coop”.

Nella sintesi del lavoro svolto sino ad ora, Coop annuncia “in previsione della imminente stagione estiva un potenziamento delle ispezioni in campo pari a un +50% rispetto all’anno scorso, a dimostrazione dell’impegno non di facciata che la prima catena della grande distribuzione italiana nonché grande organizzazione di consumatori destina al problema”.

Ad oggi sono state effettuate 120 ispezioni e, entro fine anno, l’obiettivo è quello di arrivare a 400. Dopo agrumi e fragole, in questo momento, annuncia Coop, le ispezioni si stanno concentrando nell’areale di produzione del pomodoro di Pachino in Sicilia. E a proposito di pomodoro, anche quello da industria – l’inizio della raccolta è previsto a luglio – è nel mirino di Coop, poiché è considerata una filiera ”che più di tutti almeno nell’opinione pubblica impatta con il fenomeno criminale”.  Saranno, quindi, in totale 1500 le aziende agricole coinvolte nella filiera del pomodoro da industria a dover passare l’esame ispettivo da parte di Coop, poiché, come si legge sempre nella nota, “il 15% opera nelle filiere più critiche per zona geografica e modalità di raccolta manuale”.

In generale, ad essere coinvolti nella richiesta di sottoscrizione di adesione al Codice Etico di Coop, saranno sia i fornitori ortofrutticoli di prodotto a marchio Coop (circa 7200 aziende agricole in totale), sia tutti gli 832 fornitori nazionali e locali di ortofrutta, pari ad oltre 70mila realtà agricole italiane.

Potrebbe interessarti anche