Più di 360 delegati provenienti da oltre 40 paesi hanno partecipato all’Asiafruit Congress dello scorso 6 settembre a Hong Kong, annuale convegno che apre la tre giorni fieristica Asia Fruit Logistica, che quest’anno si è tenuta dal 7 al 9 settembre e ha visto la presenza di 665 aziende di 37 differenti nazionalità. Numeri importanti, così come quelli dei visitatori, saliti a 11mila, provenienti da 74 paesi, +22% rispetto all’edizione precedente.
Non è mancata la presenza italiana che, anche quest’anno, per numero di espositori si è confermata al secondo posto con 53 aziende, solo dopo la Cina con 103. Da sottolineare, in particolare, lo stand collettivo del CSO Italy con la partecipazione di aziende come Infia, Unitec, CIV, Green Eden, OP COP, RK Growers, al fianco del quale era presente anche lo stand Freshness From Europe, progetto nato per promuovere l’ortofrutta europea al di fuori dei propri confini e al quale aderiscono attori di primo piano del settore come Alegra, Apofruit, Cico/Mazzoni, Made in Blu, Ceradini/Kingfruit, Oranfrizer e Origine Group.
A 10 anni dalla sua nascita, questo vero e proprio spin-off della berlinese Fruit Logistica, si conferma quindi un appuntamento fondamentale per chi vuole esportare ortofrutta nel mercato asiatico, un’area sterminata, non di facile approccio, ma che viene considerata uno futuro sbocco imprescindibile, al netto delle barriere fitosanitarie che certamente ne limitano, soprattutto per quanto riguarda i produttori italiani, le attuali potenziali esportazioni. E per capire come si sta evolvendo questo enorme mercato, il congresso che precede l’apertura della fiera vera e propria, è certamente un appuntamento fondamentale.
La domanda di frutta e verdura fresca nel continente asiatico cresce, ma chi è realmente in grado di soddisfarla?
Era questo uno dei temi che ha animato il ricco programma del congresso e che ha caratterizzato la parte finale della giornata con un incontro dal titolo “Future supplies for Asia” al quale hanno partecipato relatori come Craig Stauffer (Vanguard International Group | USA), Lain Jager (Zespri Nuova Zelanda), John Glover, (Matahari Putra Prima | Indonesia), Alejandro Garcia Huidobro (Exportadora Prize | Cile), John Hey (Asiafruit | Australia) e Wayne Prowse (Fresh Intelligence Consulting | Australia).
La Cina nel 2015 ha importato 3,8 milioni di tonnellate di frutta, una quantità minuscola se confrontata con il consumo totale di frutta presente in questo enorme stato. In generale, più del 60% delle importazioni in Asia arriva dall’Asia stessa, mentre il 18% dai paesi dell’emisfero sud. Gli Stati Uniti pesano il 10% mentre, fanalino di coda, troviamo proprio l’Europa con solo l’1%, anche se in forte crescita come ha sottolineato Wayne Prowse durante il suo intervento.
In Cina la domanda interna di prodotti ortofrutticoli cresce, ma al tempo stesso cresce anche quella di prodotti sicuri e di alta qualità, aspetto che sta facendo impennare le importazioni. Bisogna però considerare come la modernizzazione del comparto agricolo in atto in questo paese potrebbe far sì che la Cina stessa riesca a colmare il gap attualmente presente tra domanda e offerta. Nel prossimo futuro, ad esempio, gli investimenti interni potrebbero far aumentare la produzione interna di kiwi o ancora di uva da tavola sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.
Nel frattempo le opportunità per chi esporta in Asia sono comunque molto alte, anche perché, come ha ricordato questa volta John Hey, la Cina deve fare i conti con un’agricoltura ancora molto frammentate e caratterizzata dalla presenza di molti piccoli agricoltori, fattori che rendono complesso l’obiettivo di riuscire ad arrivare a standard qualitativi continui e costanti.
Chi sono i fornitori di frutta e verdura più importanti nel continente asiatico?
Australia e Nuova Zelanda in primis, anche se crescono paesi come il Messico e il Canada. Per quanto riguarda la frutta tropicale i fornitori emergenti sono Birmania, Cambogia e Indonesia, mentre uno storico fornitore come le Filippine sta incontrando ultimamente delle difficoltà di accesso al mercato. Un sondaggio mostrato a fine congresso ha indicato non solo in Australia e Nuova Zelanda, ma anche negli stati del Sud America i più importanti futuri esportatori di frutta e verdura in Asia e in Cina.
E l’Europa? Come si diceva sopra, al momento il vecchio continente non occupa un ruolo di primo piano, anzi, ma sono evidenti gli sforzi per implentare le esportazioni, anche a causa della debole domanda presente in Europa e il perdurante stallo delle esportazioni in Russia dovuto al noto embargo nei confronti dei prodotti ortofrutticoli europei.
Fonte news: “Future supplies for Asia” di Gabrielle Easter pubblicato su www.fruitnet.com (vedi qui)