“Un provvedimento inutile”, una proposta “totalmente insensata”. La grande distribuzione organizzata sale sulle barricate contro la legge, annunciata dal vice premier Luigi Di Maio, che impone lo stop ai centri commerciali nei fine settimana e nei giorni festivi. Stando alle ultime dichiarazioni governative il provvedimento, che sarà approvato entro la fine dell'anno, potrebbe prevedere un meccanismo di turnazione tra negozi.
In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione ha dichiarato che chiudere il commercio la domenica, che è diventata il secondo giorno per incasso dopo il sabato, avrebbe un “effetto negativo sui consumi, già fermi”, mentre i posti di lavoro a rischio, per l'intero settore, “sarebbero tra i 30 e i 40 mila”. Sugli investimenti, ha detto Gradara, “abbiamo già i primi segnali di grandi gruppi che, prima di andare avanti, vogliono capire come finirà questa storia”.
Secondo il presidente di Federdistribuzione “chiudere la domenica farebbe crescere ancora di più il commercio on line”, un effetto collaterale su cui pone l'attenzione anche Giorgio Santambrogio presidente di Adm, Associazione distribuzione moderna e amministratore delegato del gruppo VéGé. “Chiudiamo pure la domenica e i festivi – twitta Santambrogio – intanto l'e-commerce fa +13% e il dettaglio ‘fisico' segna un meno 0,1%: un Governo che dice di volere una rivitalizzazione dei piccoli negozianti propone politiche che invece sono solo a favore esclusivo di Amazon e company: chapeau”.
Da alcune insegne distributive arrivano strali contro il Governo. Ancd Conad parla di proposta “totalmente insensata e disancorata dalla realtà e dai bisogni reali dei consumatori e del mondo produttivo”. Il provvedimento, scrive in una nota l'associazione, “limita fortemente la libertà di impresa, la concorrenza e la libertà di scelta dei consumatori riportando il Paese indietro di diversi anni, avrebbe ricadute negative sui consumi e sul Pil”. Ancd Conad stima siano “circa 19,5 milioni gli italiani che approfittano dei giorni festivi per fare acquisti, i quali verrebbero privati di un servizio di grande utilità e a questi effetti va sommato l'impatto non certamente positivo che la misura avrebbe sugli occupati della grande distribuzione organizzata”.
L'amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese, durante la trasmissione di La7 Omnibus è entrato nel dettaglio: “Su 450mila dipendenti che oggi sono occupati nella gdo il turno domenicale incide per circa il 10%: il taglio che si vorrebbe fare sulle aperture domenicali significa un taglio di 50mila dipendenti”. Durissimo l'affondo di Mario Gasbarrino presidente e ad di Unes che bolla come “inutile” il provvedimento allo studio del Governo.
Fuori dal coro la presa di posizione di Eurospin, numero uno del mondo discount in Italia, che questa estate era stata al centro di moltissime critiche per l'uso delle aste al doppio ribasso nell'acquisto delle passate di pomodoro: “Ci sembra importante prendere una posizione netta a favore della chiusura domenicale degli esercizi commerciali: siamo coscienti che questo potrebbe comportare nel breve periodo un piccolo disagio per una parte dei nostri clienti che oggi possono frequentare liberamente il loro Eurospin sette giorni su sette” ma “la migliore qualità della vita dei nostri 18mila colleghi ci renderà, a medio termine, tutti più soddisfatti. La domenica è un giorno importante tradizionalmente dedicato agli affetti, alla cura di sé e al riposo”.