“Ci sono ottime opportunità per l’Italia in India, ma bisogna visitare il paese”. È, in sintesi, il messaggio di Chris White, managing director di Fruitnet Media International, che ha organizzato recentemente a fine aprile l’ultima edizione di Fresh Produce India, punto di incontro internazionale per gli operatori del mondo ortofrutticolo in questo paese.
Tra i tanti approfondimenti che si sono tenuti nei due giorni di congresso, la relazione di Chris White si è concentrata sull’analisi dei punti salienti del mercato indiano di frutta e verdura, dal punto di vista dei consumi interni, della produzione e dell’importazione (clicca qui per caricare la presentazione).
Come è andata l’ultima edizione di Fresh Produce India?
È andata molto bene, la partecipazione internazionale è stata ampia, compresa quella indiana che ormai è presente da molto tempo. Hanno partecipato circa 240 delegati da 20 paesi, il 60% dei quali indiani e il resto provenienti da molti paesi, inclusi alcuni italiani.
Quali sono, in generale, le caratteristiche del mercato indiano per il commercio di frutta e verdura?
È un mercato in forte sviluppo, sia dal punto di vista dei consumi interni che dei prodotti disponibili in questo momento. Questo anche alla luce del fatto che l’India ha cominciato a importare frutta e verdura solo da 20 anni a questa parte. Nonostante l’esistenza di un dazio del 50%, le importazioni crescono. Basta solo pensare alle mele: l’India è diventata tra i più importanti paesi importatori di mele al mondo. Oggi c’è molto interesse a livello internazionale, dovuto anche alla chiusura del mercato russo dopo l’inizio dell’embargo: non a caso sono cresciuti i produttori di mele che sono venuti qui quest’anno provenienti da Belgio, Spagna, Olanda e Italia.
Secondo te quali aspetti dovrebbero presidiare le aziende italiane del settore che vogliono cominciare a esportare in India?
Prima di tutto bisogna pensare al fatto che l’India è un paese enorme, solo a Mumbai ci sono 20 milioni di abitanti. Iniziare già da questa città è un ottimo punto di partenza, cominciando a visitare la città per prendere legami e contatti. Oltre a questo aspetto bisogna considerare che l’Italia, e i prodotti del made in Italy in generale, hanno un’ottima reputazione in India. Basta solo osservare come sia facile trovare pizzerie o bere un caffè espresso. È un fattore che bisogna sfruttare, ma per farlo occorre sforzarsi di capire le abitudini locali e andare lì. Un ultimo aspetto positivo per l’Italia da considerare è che, logisticamente, è posizionato meglio rispetto ad altri paesi come, per esempio, il Belgio o la Polonia.
Il peso del dettaglio tradizionale rispetto alla distribuzione moderna è preponderante
Sì, decisamente. Infatti, capire come funziona la distribuzione in India è un altro fattore da tenere in forte considerazione. In India la grande distribuzione ha una quota di mercato intorno al 5%, il resto appartiene al dettaglio tradizionale. E anche questo, secondo me, è un vantaggio importante per i produttori italiani.