Bene ma non benissimo. Potrebbe essere sintetizzato così il 2021 per la campagna cerasicola del comprensorio di Vignola (Modena). La svendita delle ciliegie pugliesi ha infatti parzialmente inciso anche sulla vendita di quelle vignolesi e, a questa situazione, si è aggiunta quella di una qualità in linea generale non eccelsa (ovviamente con diverse eccezioni), che ha generato quindi solo una moderata soddisfazione.
A trarre le prime conclusioni è lo stesso Walter Monari, direttore del Consorzio Ciliegia di Vignola Igp, che spiega: “La campagna cerasicola per il comprensorio di Vignola si è chiusa un paio di settimane fa. I dati precisi li avremo solo nei prossimi giorni, ma posso comunque anticipare che, in generale, non è andata bene come lo scorso anno, per una serie di motivi. Ovviamente, chi ha puntato solo sulla qualità può ritenersi soddisfatto anche per il 2021, ma la situazione di quest’anno ha visto innanzitutto una brutta sorpresa dalla Puglia, che si pensava avesse avuto importanti perdite a causa delle gelate, invece ha avuto molto prodotto. Il prodotto pugliese ha pagato una qualità non eccelsa e la mancanza di un marchio riconosciuto, tanto che nella Grande distribuzione è arrivato anche a 2,40 il chilo, a fronte dei 3,50/4,50 euro il mezzo chilo del prodotto di Vignola. Ciò vuol dire che agli agricoltori pugliesisono stati riconosciuti anche tra i 50 e gli 80 centesimi il chilo. Una situazione che, capitasse a Vignola, farebbe lasciare le ciliegie sull’albero. Abbiamo risentito di questa situazione anche perché la qualità è stata mediamente inferiore rispetto allo scorso anno. Poi, non sono mancati i danni da gelo, che nel complesso hanno fatto mancare un 20% di prodotto, rispetto a un’annata normale, dove la produzione si attesta tra i 50 e i 60mila quintali. L’anno scorso i volumi erano dimezzati, ma la qualità e i prezzi erano decisamente superiori”.
A Vignola si lavora per la ciliegia del futuro
Intanto, a Vignola si continua a lavorare per la ciliegia del futuro, che in prospettiva dovrà essere sempre più sostenibile sia dal punto di vista ambientale, sia da quello economico. “Quest’anno – prosegue Monari – abbiamo avviato nel campo sperimentale del Consorzio un importante progetto triennale che mira a testare e a confrontare tra loro diversi sistemi di copertura, per difendere le ciliegie dalla pioggia (e quindi dal cracking) e dagli insetti, riducendo al contempo anche i trattamenti. I primi dati che abbiamo registrato quest’anno, nonostante abbiamo montato gli impianti piuttosto tardi (a maggio), sono molto incoraggianti. Le ciliegie sotto le nostre coperture non sono infatti state trattate per 25-30 giorni prima della raccolta. Ora, proseguiremo la sperimentazione anche con altri impianti di protezione. A questo progetto triennale, che è stato finanziato dalla Regione Emilia Romagna con 150mila euro, cui andranno sommati fondi del Consorzio e del Comune di Vignola, si aggiunge un analogo progetto quinquennale, che ha preso il via sempre da quest’anno, per arrivare a produrre una ciliegia 100% biologica. Oggi, infatti, fare biologico sulla ciliegia è praticamente impossibile. Noi, come Consorzio, ci stiamo impegnando per raggiungere questo obiettivo, che avrebbe molti risvolti positivi sia per il consumatore finale, sia per il produttore”.
L'Igp vola oltre il 70%
Infine, continua a essere molto confortante l’adesione all’Igp da parte di chi produce ciliegie nel comprensorio del Vignolese. “Già lo scorso anno – chiude Monari – la percentuale degli aderenti era al 70% e anche quest’anno si è registrato un leggero aumento. In ambito ortofrutticolo, come Dop e Igp, siamo tra le realtà che registrano il maggiore numero di adesioni”.