Numeri pesanti quelli che accompagnano l'invasione della cimice asiatica nel nostro Paese nel 2019: 740 milioni di euro di danni a livello nazionale, 270 dei quali in Emilia-Romagna, e 48mila aziende che hanno visto devastati campi e frutteti. A essere colpita, in particolare è stata la frutticoltura delle regioni del Nord (Emilia-Romagna, Veneto e Friuli), cui, da quest'anno, si sono aggiunti i noccioleti in Irpinia. L'insetto alieno è stato trovato in tutta Italia, anche in Sicilia e Sardegna.
“Tutto il settore ortofrutticolo è stato pesantemente danneggiato e più di una filiera produttiva è tuttora a rischio di scomparsa a meno di interventi rapidi e incisivi: l'inverno particolarmente mite è infatti favorevole alla proliferazione di questo insetto che presto tornerà a invadere non solo le case dei cittadini ma, soprattutto i campi e i frutteti di tutto il Paese, con danni economici immensi”, scrive Simona Vietina, parlamentare di Forza Italia e sindaco di Tredozio (Forlì).
“L'intero settore – prosegue – attende ormai da mesi il via libera alla diffusione in Italia dell'unica arma davvero efficace contro la cimice asiatica: un insetto dal nome evocativo, vespa samurai che nei Paesi d'origine della cimice ne tiene sotto controllo la proliferazione. Tutto è pronto per autorizzare i lanci di vespe samurai, eppure il ministro dell'ambiente Giorgio Costa non sta apponendo le firme necessarie. Per questo ho presentato un'interrogazione parlamentare al ministro per capire quali siano i tempi previsti per l'emanazione del decreto che consenta il rilascio del Trissolcus Japonicus – questo il nome scientifico della vespa samurai -, necessario a contrastare la diffusione ulteriore della cimice asiatica, anche in considerazione dei prolungati tempi tecnici necessari ad ottenere, con tale metodologia, una efficace azione di contrasto e anche al fine di evitare un eccessivo incremento dell'uso di antiparassitari”.
“Aldilà del nome altisonante – prosegue Vietina – ritengo opportuno sottolineare che la vespa samurai è un insetto di piccolissime dimensioni e completamente innocuo per l'uomo. Naturalmente, trattandosi di un insetto che proviene dall'altra parte del mondo è stato necessario studiarne l'impatto sull'ambiente con risultati particolarmente positivi e incoraggianti: lo studio sul rischio collegato al rilascio dell'antagonista della cimice è già stato elaborato dal Crea, e non sono state ravvisate problematiche anche perché la vespa samurai è già stata trovata in natura nelle zone interessate dall'attacco della cimice. Sul fronte dell'iter normativo, invece, il 2 ottobre 2019 è stata approvata dalla Camera la risoluzione n. 8-00042 che ha impegnato il Governo a fissare con urgenza i criteri per l'immissione di specie non autoctone nel territorio italiano, al fine di consentire, nei tempi più rapidi possibili, il lancio e la diffusione nell'ambiente della vespa samurai. A oggi, tuttavia, l'intero mondo agricolo attende le linee guida ministeriali per poter procedere al lancio: un via libera, però, che tarda ad arrivare dopo che tra fine gennaio e inizio febbraio 2020, a più riprese il ministro delle Politiche agricole ha dichiarato ‘stiamo adoperandoci con il ministero dell'Ambiente per la più urgente emanazione del decreto previsto dal Dpr n. 102 del 2019'. Quello che tutto il mondo agricolo vuole sapere è perché la pratica della vespa samurai è ferma in qualche cassetto del ministro Costa visto che, a oggi, l'unica alternativa a disposizione dei produttori di frutta di tutto il Paese è l'utilizzo di un antiparassitario, il chlorpyrifos-methyl, vietato dalla Commissione europea e che, nel nostro Paese, può essere commercializzato in circostanze eccezionali a causa della sua pericolosità per l'ambiente”.