La cimice asiatica in Piemonte può creare diversi danni alle produzioni – tra cui le nocciole – tanto che la Regione Piemonte ha lanciato in questi giorni un vero e proprio vademecum per difendersi da questo insetto.
Le norme di “buone pratiche” da seguire per difendersi dalla cimice sono state redatte dalla fondazione Agrion, che si occupa di ricerca e sviluppo dell’agricoltura piemontese, in collaborazione con il settore fitosanitario regionale.
In attesa di trovare rimedi estensivi che mettano al riparo le produzioni agricole (anche la lotta con gli insetticidi risulta poco agevole), è importante adottare piccoli accorgimenti per evitare di offrire loro ripari per l’inverno, per esempio utilizzare zanzariere alle finestre e sigillare le fessure che permetterebbero alle cimici di intrufolarsi nei ripari. Un’altra soluzione proposta è costruire rifugi artificiali da collocare all’esterno delle case con stracci, coperte o cartone e poi distruggere le cimici che si sono annidate una volta sopraggiunto l’inverno.
Il nome scientifico della cimice asiatica è Halyomorpha Halys. Si presenta di colore marrone e non verde come la specie autoctona, ma si sta diffondendo più rapidamente. Non è dannosa per l'uomo né è portatrice di malattie, ma che è in grado appunto di minacciare i campi agricoli, gli orti e i frutteti familiari. Le produzioni da essa predilette sono pere, pesche, ciliegie, kiwi, nocciole, soia e mais. Non avendo peraltro antagonisti in natura, si sta diffondendo piuttosto rapidamente.
La preoccupazione legata a questo insetto è tanta che, la scorsa estate, Ferrero ha sottoscritto con Agrion (Fondazione per la ricerca e l’innovazione dell’agricoltura piemontese) un accordo per mettere a punto metodi di difesa in grado di contenere i danni.