Nel frattempo sta rientrando in Italia la Ital Libera, una portacontainer da cinquemila teu che opera nel servizio SA1 che collega i porti di Cina e Taiwan con quelli del Sud Africa, toccando Singapore. Dopo la partenza dal porto africano di Durban avvenuta il primo aprile 2021, 19 membri dell’equipaggio sono risultati positivi al Covid-19. Probabilmente a causa del virus, il 13 aprile il comandante è deceduto: inutile la richiesta dell’equipaggio italiano di entrare in alcuni porti asiatici per sbarcare la salma, la risposta è sempre stata negativa. Ital Libera a causa di forza maggiore ha così interrotto la sua rotta ordinaria, e si è diretta verso l’Italia. L'arrivo è previsto a Taranto il prossimo 14 giugno.
Ancora giorni bui per il trasporto marittimo. Dopo l'incidente di Suez e dopo l'incendio della porta-container X-press Pear nelle acque dello Sri Lanka, a bloccare nuovamente il normale flusso delle navi è la variante Delta del Covid. E a essere colpita è la Cina: da giorni decine di navi in arrivo da tutto il mondo e dirette allo Yantian international container terminal, uno dei centri di smistamento delle merci tra i più tecnologici del Paese, sostano davanti al porto. Inevitabile l'effetto domino su tutta la logistica marittima mondiale. I ritardi nelle consegne sono già gravi, i prezzi di nolo sono alle stelle.
I casi non sono tanti, ma i controlli sono severi
Casi di positività alla variante Delta del coronavirus sono stati registrati a Shenzhen, la regione in cui si trovano due porti strategici, Yantian e Shekou. Ci sono casi anche a Guangzhou, dove c'è il porto di Nansha. I contagi al momento non sono numerosi, ma i controlli sono serrati: sono in corso tamponi a tappeto, il che non fa che ritardare le procedure di sbarco e imbarco. Il disagio ha fatto sì che si innescasse l'effetto a catena: il blocco del porto di Yantian si è riverberato sugli scali cinesi satelliti e, anche, sull'intero sistema mondiale.
E' peggio di Suez
C'è chi sostiene che i container fermi nei porti cinesi siano più numerosi di quelli bloccati lo scorso marzo a causa dell'incidente nel Canale di Suez. Secondo quanto riportato da Repubblica, in due settimane di crisi cinese, non hanno viaggiato circa 357mila teu (l'unità di misura del trasporto dei container): la Ever Given ne fermò 55mila al giorno, per sei giorni. Oltretutto, la situazione non sembra volgere a una soluzione: molte compagnie stanno dirottano le proprie imbarcazioni verso porti più agibili, il che genera ulteriori ritardi. Inevitabili le ricadute sui prezzi del trasporto marittimo, che diventano di giorno in giorno più proibitivi. D'altro canto la domanda di container è alta, perché la ripresa economica c'è.