È una campagna complessa quelle 2020 delle clementine di Alegra: in una fase di generalizzata contrazione dei consumi di ortofrutta, il boom produttivo (circa il 25% in più rispetto al 2019) e i calibri ridotti di buona parte del raccolto pesano negativamente. Per contro un elevato grado brix caratterizza gli agrumi che la società di Faenza commercializza grazie alla produzione della cooperativa Osas di Castrovillari (Cosenza), nel cuore della Piana di Sibari, di cui Alegra è socia. Dopo una prima fase positiva con le varietà precoci, ora a faticare è la Clementina Comune, dove si registra un’alta percentuale di prodotto di piccolo calibro più difficilmente collocabile sul mercato.
“La campagna è partita lentamente, complice il clima mite, per poi vedere arrivare sugli scaffali della Gdo una sovrabbondanza di prodotto – spiega Rita Biserni, marketing estero di Alegra – sul fronte dei volumi, registriamo un raccolto superiore del 25% rispetto all'annata 2019. Contemporaneamente, tutto il comparto ortofrutticolo sta cominciando a fare i conti con la cosiddetta ‘onda lunga’ della pandemia: il potere di acquisto dei consumatori va contraendosi e, con esso, gli acquisti anche nel settore ortofrutticolo. Il quadro non è semplice ma manteniamo un cauto ottimismo”. La qualità dei frutti, infatti, è eccellente e le prime clementine sono arrivate sul mercato con un grado brix elevato, fino a due punti superiore alla media: “una dolcezza molto apprezzata dal consumatore che si sta confermando anche nella raccolta attuale”, spiega Biserni.
Occorre, tuttavia, saper leggere la situazione e intervenire in vista del futuro: “La chiave di volta per uscire dall’empasse è, senza dubbio, l’innovazione varietale – spiega Biserni – a differenza di altri frutti, la Clementina ha un calendario varietale ridotto e occorre riorganizzare le produzioni in modo tale da distribuirle su una finestra di commercializzazione più ampia ed evitare l’accumularsi di prodotto disponibile tutto nello stesso momento. Alegra ha avviato questo processo da tempo: cominciamo a ottobre con le varietà precoci a cui fa seguito la Clementina Comune. A gennaio, infine, arriveranno le produzioni tardive, Nour e Tang gold in particolare. La selezione è tutt'ora in corso: alcune varietà hanno riscontrato un ottimo successo fra i consumatori ma stiamo ancora valutando le opzioni migliori per le nostre condizioni pedoclimatiche. L’esempio spagnolo è emblematico: i nostri principali competitor hanno prodotto disponibile fino alla primavera avanzata”.
Alla grande spinta verso l’innovazione si affiancano importanti investimenti sul comparto bio: “Abbiamo intrapreso con decisione questo percorso circa quattro anni fa e gli impianti stanno giungendo alla fine della conversione – spiega Biserni – A oggi, circa il 60% delle nostre clementine che arrivano sugli scaffali sono coltivate secondo il disciplinare dell’agricoltura biologica: queste referenze sono commercializzate da Brio, la business unit specializzata nella produzione e gestione di tutti i nostri prodotti bio”.
In crescita, infine, il fronte delle esportazioni: “La destinazione d’elezione è la Gdo italiana – prosegue Biserni – alla quale riserviamo i calibri maggiori. Sul fronte estero, nonostante la fortissima competizione della Spagna sui mercati europei, ci stiamo ritagliando spazi crescenti in particolare nei Paesi dell’Est. Quello degli agrumi e delle clementine in particolare è un settore con grandi potenzialità dove intendiamo continuare a investire per raggiungere sempre più consumatori. Grazie alle scelte varietali e alle competenze dei nostri produttori possiamo garantire ai nostri clienti la disponibilità di un prodotto dalle qualità organolettiche superiori lungo tutta la finestra di commercializzazione”.