10 dicembre 2015

Clementine Aop Armonia. Bene Italia ed estero

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A metà della campagna delle clementine c’è soddisfazione in casa Aop Armonia, sia per l’andamento in Italia che per gli ottimi segnali che arrivano anche dall’estero. Ce ne parla Marco Eleuteri, direttore della più importante organizzazione di produttori del Sud Italia, punto di riferimento in Italia proprio per questa coltura.

«Quest’anno dovremmo raggiungere gli 80mila quintali, circa il 20% in più rispetto all’anno scorso, e questo soprattutto grazie all’ingresso di un socio importante della Piana di Sibari. Ha un centinaio di ettari in produzione di clementine di più varietà e, quindi, abbraccia tutta la campagna, da ottobre fino ai primi di febbraio».

È anche l’anno della conferma della linea “dolceclementina”. «In Italia stiamo crescendo moltissimo in queste prime 7 settimane di campagna, segno che i consumatori apprezzano. Abbiamo inserito questa linea da 250 grammi in modo stabile in alcune insegne e i risultati ci sono. Siamo ancora a metà campagna ma anche in questo caso penso che faremo un +30% con questa confezione sul mercato italiano».

Non mancano, poi, i segnali positivi anche sul fronte dell’export. In Svizzera, per esempio, Aop Armonia registra un incremento importante. «Forse raddoppieremo le quantità rispetto all’anno scorso. Abbiamo fatto due grafiche differenti per le confezioni per evitare sovrapposizioni tra insegne concorrenti».

E poi la Germania, dove la nuova confezione da 750 grammi (vedi foto in alto) piace, tanto che un’importante catena della grande distribuzione l’ha inserita nel volantino natalizio e ha subito iniziato a richiedere volumi importanti.

È piaciuto il messaggio: stiamo cercando di far capire che la clementina comune italiana è tradizionale, di pezzatura medio piccola e buona da mangiare. È una clementina da gourmet, come abbiamo evidenziato anche sulla confezione. In questo modo siamo riusciti a uscire dal confronto diretto con gli spagnoli. Noi soffriamo per una campagna di raccolta molto più breve rispetto agli spagnoli, però nonostante questo vediamo che se proponiamo sempre cose nuove, spingendo sull’italianità e la leva del gusto, c’è interesse anche all’estero.

Packaging, comunicazione, ma anche innovazione varietale. Sul perseguimento di quest’ultimo punto è nato il primo Club delle clementine italiane, che si chiamerà “Clementine Italiana Tradizionale 2.0”: a fine novembre è stato presentato il manifesto che vede come firmatari l’agronomo Francesco Perri e proprio Marco Eleuteri.

«Il primo passo pratico del Club nella prossima primavera sarà la richiesta del brevetto di una nuova varietà – selezionata a partire dalla clementina comune – che per ora è solo una sigla, SZ. Il Club, in seguito, si occuperà anche di caratterizzare il prodotto con un brand. C’è poi una seconda varietà che però è ancora sotto osservazione. Con queste due nuove varietà, una precoce e una tardiva, potremo avere una grande spinta sui mercati internazionali».

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