05 novembre 2019

Clementine sottocosto? «Conseguenza inevitabile di un sistema produttivo frammentato»

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Clementine italiane sottocosto? «Una conseguenza inevitabile di un sistema produttivo molto più frammentato e sottodimensionato rispetto alla domanda» ci dice Marco Eleuteri, amministratore delegato di OP Armonia, commentando le notizie che riguardano i prezzi stracciati delle clementine in commercio in questo periodo e le denunce di alcune associazioni di categoria che lamentano una situazione insostenibile nonostante il calo dei volumi di quest'anno. Anche OP Armonia ha registrato un calo produttivo importante, con una produzione che si aggira intorno ai 60mila quintali, provenienti dall’arco Jonico – zona del metapontino, della Piana di Sibari e del Golfo di Taranto – inferiore di circa il 50% in Puglia e del 30% in Calabria.

«Con troppe microstrutture di confezionamento e produzione che si presentano sul mercato con un potere contrattuale quasi nullo rispetto ai loro interlocutori della domanda è inevitabile che succeda quello al quale stiamo assistendo» continua Eleuteri. «Una anomalia, dunque, che non sorprende affatto ma che nel medio-lungo periodo si ridurrà inevitabilmente. Specie in un settore come quello clementicolo che, se non vuole soccombere del tutto, ha bisogno di ingenti investimenti di rinnovamento varietale e di adeguamenti infrastrutturali per stare al passo con i tempi, tutti fuori portata per gran parte di queste microstrutture».

Secondo il manager dell'organizzazione di produttori campana «queste distorsioni di mercato renderanno la composizione dell’offerta, così come si presenta oggi, insostenibile nel medio medio-lungo periodo». Il motivo? «Se da un lato queste microstrutture non riescono a spuntare quei prezzi che si dovrebbero realizzare in un mercato che funzioni regolarmente, dall’altro risultano del tutto inadeguate rispetto alle richieste sempre più stringenti, specie da parte della Gdo, in termini di ampiezza dell’assortimento varietale e controllo della filiera produttiva, salubrità delle coltivazioni, tutela dell’ambiente e rispetto della legalità del lavoro».

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