“Duecento ettari distribuiti su tutta la penisola, una produzione di circa 10mila tonnellate, per una campagna commerciale decisamente soddisfacente”. Questa la fotografia di Dolce Passione, il cocomero a buccia nera tutto made in Italy, scattata dal direttore del consorzio, Luciano Trentini, in occasione dell’evento ospitato a Sermide presso l’azienda agricola Lorenzini Naturamica. Alla presenza di una ventina di giornalisti, dal trade al food, è stato presentato il percorso di filiera Dolce Passione dal campo alla tavola, terminato con un menù tutto a base di anguria a buccia nera interpretata dallo chef Mauro Spadoni.
Dolce Passione è l’unica anguria a buccia nera esclusivamente made in Italy nata dalla scommessa di quattro aziende costituitesi in consorzio, in un lavoro di squadra che ha messo in rete Lamboseeds (Sant’Agata Bolognese) specializzata nella ricerca avanzata, insieme al mondo della produzione e commercio con Alma Seges (Eboli, Salerno), Ortofrutta Castello (Stanghella, Padova), e Lorenzini Naturamica (Sermide, Mantova).
“Il nostro è un progetto di filiera, dal campo al punto vendita, che punta su un prodotto di qualità superiore e proprio per questo ci sta dando grandi soddisfazioni nel mercato”, ha spiegato il presidente del consorzio Roberto Castello. Risultato di sette anni di studi e ricerche, la peculiarità dell’anguria Dolce Passione è data dalla genetica di nuova generazione, rappresentata dalla cultivar Giotto, una delle più importanti novità di questa specie negli ultimi tempi. Ha una buccia molto fine, di colore nero, brillante e uniforme. La sua polpa è rosso vivace e croccante, con un gusto dal carattere zuccherino importante (superiore ai 12-13 gradi brix), ricca di fibra grazie anche all’assenza del seme.
Le alte temperature hanno avuto un effetto positivo
Le temperature elevate di questo periodo fanno assumere un sapore ancora più dolce. Per le sue caratteristiche si colloca nel segmento dei cocomeri midi, con un peso che può variare dai 4 ai 6 chilogrammi, molto maneggevole anche per il consumatore. Pietro Viviani e Cristiano Lorenzini di Lorenzini Naturamica hanno fatto toccare con mano il percorso di filiera dell’anguria prodotta dall’azienda mantovana in una visita partita da un campo produttivo di 23 ettari con 92mila piante (60 sono gli ettari di Lorenzini dedicati all’anguria),
proseguita nel magazzino di lavorazione, selezione e confezionamento con la presentazione dell’innovativo sistema di tracciabilità del prodotto caratterizzato dal raggio laser che contrassegna tutti i cocomeri.
“Sul cocomero investiremo ancora di più – ha spiegato Stefano Rossi, direttore commerciale di Lorenzini Naturamica – è un prodotto al quale crediamo come conferma la nostra adesione al consorzio. Siamo un’azienda di quarta generazione che fa della sostenibilità ambientale il suo cardine come confermano gli investimenti in questa direzione, dall’impianto fotovoltaico di 1 giga al recupero della biomassa, al sistema di tracciamento del prodotto. Il futuro dell’agricoltura è questo”.
Le innovazioni
“Questo è un progetto che nasce prima di tutto dal consumatore – ha precisato Carmine Alfano, direttore commerciale di Alma Seges – Il mercato chiedeva un prodotto innovativo di qualità, tracciabile e rigorosamente made in Italy: ecco noi siamo andati convintamente in questa direzione”. Ma il progetto guarda oltre, tanto che Dolce Passione si sta allargando ad altre varietà di anguria. “Siamo solo nella fase di test, ma abbiamo in programma un progetto di angurie con polpa di diversi colori, sulla scia del successo che Lamboseeds ha ottenuto con il pomodoro da mensa. È una nuova scommessa che accettiamo molto volentieri ancora una volta nel segno della qualità”, ha anticipato Sandro Colombi di Lamboseeds.
La giornata è terminata con un menù a tutto pasto a base di cocomero Dolce Passione, dall’antipasto al dolce, ideato dallo chef Mauro Spadoni. Quattro le proposte a tavola: Caprese di cocomero, bufala, cipolla dolce marinata e mentuccia; Risottino (vialone nano), cocomero e Russiola mantecato al gorgonzola; Hamburger scomposto di scottona con anguria marinata al rosmarino e salsa alla senape al miele; Cubotto di cocomero allo sciroppo di zucchero di canna al lime e menta.
Dolce Passione nel 2023
Al suo esordio nel 2022, nel primo anno di test commerciale, ha interessato una superficie di 60 ettari per una produzione complessiva commercializzata di 3.200 tonnellate. Per l’anno in corso, il consorzio stima una produzione di 8.500/9000 tonnellate, con una superficie di coltivazione di circa 200 ettari, ovvero oltre il triplo rispetto al 2022. Per allungare il periodo di commercializzazione del cocomero, le coltivazioni di serra e di pieno campo saranno distribuite, in misura diversa, fra le diverse aree del territorio nazionale: per il 50% al Nord, per il 30% al Sud e per il 20% al Centro, con una produzione stimata, calcolata sul 95% dalle coltivazioni, di 8.500 tonnellate, pari all’1,5 % della produzione nazionale.
Per allungare il periodo di commercializzazione, parte della produzione è destinata a colture di secondo raccolto. Tra gli sbocchi commerciali prevalenti c’è quello della Grande distribuzione organizzata (Gdo), il canale maggiormente praticato dagli operatori che partecipano al Consorzio. Ma si guarda con interesse anche all’e-commerce che, in questi anni anche per via delle restrizioni imposte dalla pandemia, si è sviluppato con l’incremento delle vendite dei prodotti ortofrutticoli on line.
Il mercato del cocomero in Italia
Dolce Passione ha la peculiarità di essere considerato unico nella sua proposta tutta made in Italy. La sua presenza si inserisce all’interno di un mercato del cocomero in Italia che nel 2022 ha visto una produzione di 509.228 tonnellate, ridotta rispetto agli anni scorsi per effetto delle grandinate che hanno colpito soprattutto alcune aree del Nord Italia. La superficie coltivata ha interessato 10.108 ettari.
Al momento la disponibilità di angurie resta limitata a causa di un andamento stagionale che ha penalizzato la produzione su quasi tutto il territorio nazionale. Prima gli effetti negativi delle basse temperature, poi le abbondanti piogge del mese di maggio hanno di fatto limitato e ritardato la produzione. Gli operatori aderenti al consorzio si ritengono comunque molto soddisfatti delle performances produttive e qualitative della cultivar Giotto, che stanno immettendo nel circuito commerciale, con successo.
Le percentuali delle regioni
Nel 2022 le principali regioni produttrici di cocomero in ambito nazionale sono state Lazio (103.950 tonnellate), la Puglia (85.271), la Campania (80.612), la Lombardia (78.228), l’Emilia Romagna (45.021), la Sardegna (37.500), la Sicilia (29.505), il Veneto (17.050) e la Basilicata (8.715). Per quanto riguarda le superfici coltivate, spicca il Lazio, con 1.940 ettari, seguito da Puglia (1.645), Sicilia (1.443), Lombardia (1.281), Campania (1.103), Emilia Romagna (870), Sardegna (728), Veneto (279) e Basilicata (221). (Fonte Istat).
I consumi interessano circa 15 milioni di famiglie italiane che comprano abitualmente le angurie, per una media di acquisti che avvengono circa quattro volte l’anno. “Il consumo di questa cucurbitacea potrebbe in futuro espandersi anche per l’incremento delle temperature che influiscono sull’aumento dei consumi di questo frutto considerato il frutto dell’estate – conclude il direttore Luciano Trentini – Non solo, il cocomero è preferito per l’elevata presenza di acqua nella polpa che lo rende altamente dissetante ma anche per il basso contenuto di calorie e ricco di licopene, antiossidante a beneficio della salute”.
Fonte: Consorzio Dolce Passione