Continua a tenere banco in provincia di Viterbo, e più in generale in centro Italia, il dibattito sulle produzioni intensive di nocciole. Se infatti la crescente domanda può favorire, da un lato, la creazione di nuovi e numerosi posti di lavoro, dall’altro c’è chi è preoccupato per l’impatto ambientale che un simile progetto potrebbe avere.
Mercoledì 10 aprile alle 11, nella sala conferenze stampa della Provincia di Viterbo, è quindi in programma un incontro dal titolo fortemente evocativo: “Il nocciolo del problema”.
“Da grande risorsa, in Umbria, Lazio e Toscana – sostengono gli organizzatori di questo appuntamento – la monocultura del nocciolo si sta trasformando in un serio problema, a causa principalmente dell’uso scriteriato dei pesticidi e della chimica di sintesi e di un’illegalità diffusa in contrasto aperto con norme legislative, direttive europee e ordinanze. Il Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre da anni denuncia questo stato di cose. Molta eco hanno avuto la lettera inviata a La Republica della regista Alice Rohwacher e, in questi giorni, l’articolo sulla stampa del fondatore di Slow Food Carlo Petrini sugli effetti distruttivi della monocultura del nocciolo. Azioni forti a cui si aggiunge l’iniziativa dei sindaci dei Comuni del lago Bolsena.
Nella conferenza del 10 aprile verranno illustrate le iniziative dei Comuni per contrastare questa situazione. Si parlerà inoltre delle proposte sottoposte alla Ferrero perché contribuisca alla sostenibilità dei territori in cui questa monocultura è particolarmente diffusa…Interverranno Famiano Crucianelli, presidente del Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre, e Antonella Litta del Comitato scientifico del Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre e di Isde Medici per l’Ambiente. Saranno inoltre presenti rappresentati dei produttori e delle amministrazioni locali”.