Si è appena conclusa la trasferta in Sicilia del presidente della Commissione italiana uva da tavola (Cut), Massimiliano Del Core. Se inizialmente gli operatori siciliani hanno dimostrato apprezzamento per la costituzione della Cut (a maggio scorso in Puglia, ndr) ora sembra arrivato il momento del loro strategico coinvolgimento, anche in fase decisionale.
“In questi giorni ho incontrato i presidenti dei Consorzi di tutela delle due Igp, Gianni Raniolo (Uva di Mazzarrone Igp) e Salvatore Lodico (Uva di Canicattì Igp), ma anche importanti imprenditori e operatori del sistema dell'uva da tavola siciliano – spiega Del Core – E l'accoglienza che ho ricevuto, malgrado gli impegni della campagna in pieno svolgimento, è stata molto positiva. In molti sono disponibili a dare il proprio contributo”.
Segno che gli operatori delle due regioni sono sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda. “Alla fine del 2019 i colleghi siciliani avevano già iniziato un percorso simile – continua Del Core – Avere trovato il sistema pugliese già allineato li ha confortati perché la visione è la stessa. Il prossimo passaggio sarà la creazione di un esecutivo siciliano che abbia il suo ruolo all'interno della Commissione per condivedere criticità, istanze, possibili soluzioni e strategie per fare recuperare competitività alle nostre aziende”.
Le pietre miliari
“Tecnici, produttori e operatori commerciali sono parti di una filiera sfilacciata – ricorda il presidente – La Cut nasce proprio per rappresentare l'intera filiera. La nostra fonte di ispirazione sono le Commissioni australiana, sudafricana e californiana, che partecipano ad altre associazioni più ampie, rappresentando però le esigenze della propria filiera. Un po' come in Italia fa, forse, solo Assomela. Per questo hanno già aderito – e fanno parte del direttivo della Cut – Michele Laporta, presidente del Consorzio Uva di Puglia Igp, Alfio Messina (coordinatore della Sezione Uva da tavola di Fruitimprese), Donato Fanelli (presdiente del comitato di prodotto dell'Oi Ortofrutta Italia), insieme ad altri importantiv rappresentanti del territorio”.
Gli obiettivi
Al momento le adesioni alla Commissione uva da tavola hanno superato le 50 unità. “Il nostro obiettivo – rivela Del Core – è arrivare a un centinaio di associati entro il 30 settembre e a 150 entro il 31 dicembre di quest'anno. Numeri che ci permetteranno di autofinanziare le attività di comunicazione e promozione in Italia e all'estero fino a quando non sarà operativo il Distretto dell'uva da tavola”.
Ma al centro delle attività della Cut ci saranno anche i servizi alla filiera: “E' importante fare sistema, al nostro interno sono rappresentati tutti, dal mondo dell'innovazione varietale, delle tecnologie fino a quello del commercio, fungiamo per vocazione da acceleratori di sviluppo. Senza dimenticare i servizi, le facility, soprattutto in un'ottica di riduzione dei costi. Per questo stiamo ultimando alcune convenzioni con il sistema bancario e con le assicurazioni”.
Perché aderire
“L'aggregazione – conclude Del Core – non è un valore che si può spiegare. Ma siamo un organismo a cui aderire se si vuole tentare di riposizionare il comparto, a livello produttivo e commerciale. Rappresentiamo le esigenze di tutti e, grazie a promozione ed economie di scala, speriamo di fare recuperare competitività al comparto. Ne va del futuro della commercializzazione”.