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11 aprile 2025

Comunicare l'ortofrutta: una sfida che richiede autenticità

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Narrare il valore che si nasconde dentro e dietro l’ortofrutta non è un’operazione semplice né scontata ma, trovando la giusta chiave di lettura, sono tante le potenzialità, i contenuti e gli aspetti che meritano di essere portati all’attenzione degli addetti ai lavori e non solo. 

È su questo che si è concentrata la puntata di ieri, 10 aprile, di Parla con me, lo spazio web dove la Simona Riccio, specializzata in informazione digitale nel settore agroalimentare, chiama, di volta in volta, esperti di settore a raccontare le proprie esperienza in merito. 

Ieri è stata la volta della giornalista Francesca Magnoni, coordinatrice del progetto Agrinet4Women, di Raffaella Quadretti, direttrice di myfruit.it e project leader di Fruit Gourmet, e Cristiano Spadoni di Image Line che, moderati dalla stessa Simona Riccio, hanno ragionato insieme su come stia cambiando la comunicazione nel mondo ortofrutticolo e agroalimentare. 

Il punto di partenza è stato il racconto dei casi concretvissuti dai tre professionisti nel loro percorso. Diverse le esperienze condivise: realizzazione di contenuti per podcast, format tv, giornalismo on line, newsletter. Modalità diverse di racconto che ruotano tutte intorno all’idea che l’agricoltura odierna, ben lontana dall’immagine del contadino con il cappello di paglia, è un complesso sistema di tecnologia e innovazione, in rapida trasformazione, che ha bisogno e voglia di raccontarsi. 

Autenticità e storytelling

Come procedere allora per rendere conto di un così variegato universo che spazia dal miglioramento varietale all’uso di tecnologie di precisione, dalle eccellenze regionali, con le loro filiere, alla concorrenza mondiale? 

La parola chiave, secondo tutti i relatori, è autenticità. Lo testimoniano le diverse esperienze raccontate ieri: dal formato di Agrinet4women al podcast Futura Terra, alle newsletter di myfruit.it, il racconto può e deve essere declinato attraverso canali diversi, per raggiungere target diversi con interessi differenti. Ma, se i linguaggi possono cambiare, il contenuto deve rimanere chiaro, non banale, preciso, onesto e ben agganciato alla realtà di chi lo vive. E ovviamente verificato.

“Quello che cerchiamo di fare attraverso il progetto Agrinet – ha spiegato per esempio Magnoni – è raccontare, in modo diretto e immediato le storie delle persone, i loro percorsi di vita e ciò che fanno ogni giorno. Puntiamo così a avvicinare il pubblico, soprattutto i giovani, al mondo dell’agricoltura. Da lì si può allargare lo sguardo al territorio, alle sue produzioni e alle caratteristiche di quel determinato contesto produttivo".

Lo storytelling è un’altra parola determinante: il vissuto dei singoli protagonisti, i successi e gli insuccessi, con la conseguente ricerca di soluzione alternative, diventano modelli e strumento importante per far comprendere, anche ai non addetti ai lavori, quanto impegno e quanto lavoro ci può essere dietro a un prodotto sullo scaffale del supermercato.

Lo stesso impegno e la stessa competenza con cui i professionisti della comunicazione si devono approcciare alla costruzione di senso. “Dietro un podcast che dura 12 minuti c’è un vasto lavoro di ricerca e di progettazione che, dall’esterno, può non essere percepito – ha sottolineato Spadoni nel raccontare come è nata la serie di podcast Futura Terra – Bisogna ragionare fin dall’inizio su quale sarà il pubblico di riferimento e su come andare oltre, intercettando anche chi non si occupa del settore”.  

Una comunicazione multicanale 

Dalla carta stampata ai social network, il problema maggiore di chi oggi fa contenuti è la necessità di tenere desta l’attenzione del pubblico, oggi contesa da troppi input. Tanti e diversi gli strumenti utilizzati: dai diversi format, ognuno con il proprio linguaggio, allo sviluppo dello storytelling, alle collaborazioni fra professionalità diverse e all’utilizzo di varie voci narranti. 

Importante ovviamente il ruolo delle piattaforme digitali sia perché garantiscono modalità già familiari agli utenti, ma anche per la velocità e la facilità con cui permettono di creare contatti e connessioni, con uno scambio vivo e costante tra chi crea e chi fruisce i contenuti. 

“Utilizziamo una strategia omnichannel per poter raccontare non solo al settore agricolo, ma anche alla società civile quello che è oggi l’agricoltura nella vita di tutti i giorni, dal momento in cui si fa innovazione nei laboratori di ricerca fino a quelle in cui il frutto di queste innovazioni arriva sulle nostre tavole", ha detto Spadoni.

Strumenti nuovi che si mettono a servizio dell'utente: "Possiamo, per esempio, aiutare le persone a leggere meglio i dati, attraverso le  tecniche di data visualization, e dare quelle informazioni che poi si trasformano in conoscenza”, ha evidenziato Spadoni.

Un linguaggio semplice e chiaro

“Su tutto, ovviamente, la produzione di contenuti di qualità che raccontino l’ortofrutta in modo serio e preciso, senza tuttavia cadere nei tecnicismi. È questo uno degli elementi che più di ogni altro può ostacolare il rapporto con i non addetti ai lavori. 

“Siamo partiti in ritardo rispetto a altri settori – ha sottolineato Raffaella Quadretti - Affrontiamo ogni giorno questioni molto specifiche e complesse, come miglioramento genetico, innovazione varietale, sicurezza alimentare: temi che devono essere spiegati nel giusto modo per non creare confusione tra i non addetti ai lavori. Ci sono esperienze che possono essere messe insieme. Sullo storytelling si è fatto molto, ma possiamo fare ancora di più mettendo insieme territorialità, stagionalità, origine dei prodotti”. 

Tutto ciò per rendere conto “del valore e dei valori di cui è ricca l’agricoltura, le professionalità in campo, le continue innovazioni in maniera chiara e semplice. Ci sono però più opportunità che difficoltà: abbiamo un panorama immenso da raccontare”, ha aggiunto. 

A questo si aggiunge, per Quadretti, anche un’altra sfida: quella di riuscire a creare un dialogo fra produzione e distribuzione tale da dare valore a tutto il comparto raccontandone la complessità e il valore, la capacità innovativa e la ricchezza. 

“Mai dare nulla per scontato, fornire un’informazione che sia chiara e comprensibile per tutti e essere pronti a leggere e interpretare i cambiamenti, sempre più rapidi, a cui si va incontro” sono, per la direttrice di myfruit.it, elementi che possono fare la differenza. 

La Pac: mettere in luce le opportunità

Tra i temi complessi che eppure meritano di essere raccontati c’è anche la Pac e le grandi occasioni che offre a imprenditori e imprenditrici. Aspetti che, seppur talvolta spinosi e in rapido cambiamento, meritano di essere affrontati per fornire un aiuto concreto alle aziende. 

Sia i progetti di Magnoni che Spadoni sono legati all’innovazione in agricoltura e supporto alla Pac. “Bisogna mettere in chiaro l'impatto della politica comune, legando l’argomento a ciò che le persone vivono, per evidenziarne le grandi opportunità”, ha sottolineato Spadoni. 

“C’è anche la difficoltà di veicolare contenuti non sempre accettanti, percepiti spesso come molto lontani - ha aggiunto Magnoni - Il nostro lavoro diventa per questo fondamentale in un’ottica di semplificazione e divulgazione di un settore in continua evoluzione e con molte sfide da affrontare. Bisogna usare le parole corrette e creare familiarità”.

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