25 gennaio 2024

Comunità energetiche, finalmente ci siamo

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A un passo dal via libera le comunità energetiche rinnovabili e i relativi incentivi. Il decreto è stato pubblicato nel sito del ministero della Sicurezza energetica. E’ in vigore. Ma non attivo.

Entro 30 giorni saranno, infatti,  approvate le regole operative ed entro 45 il Gse (Gestore dei servizi energetici) pubblicherà le piattaforme dove presentare le domande. Uno strumento interessante per le imprese agricole che possono condividere o essere beneficiarie dell’energia prodotta con le rinnovabili. Non solo fotovoltaico, ma pure altre fonti come idroelettrico, eolico, biogas, biomasse solide. Insomma possono giocare un ruolo importante.

Comunità energetiche stimolo alla transizione energetica

Il  decreto che stimola la nascita e lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso è entrato  in vigore  dopo la  registrazione della Corte dei Conti e, l’approvazione della Commissione europea. Tempi lunghi che hanno anche provocato la protesta  della Regione Emilia Romagna  – con il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore Vincenzo Colla –  che ha messo a disposizione 5 milioni. Un bando andato in  overbooking con oltre 140 progetti presentati.

“Comunità energetiche rinnovabili e autoconsumo diffuso – afferma il ministro Gilberto Pichetto – sono due ingranaggi centrali della transizione energetica del Paese: oggi siamo dunque ancor più vicini a questo atteso obiettivo, che potrà veramente dare una svolta per lo sviluppo delle rinnovabili in Italia, rafforzandone la sicurezza energetica e avvicinandoci agli obiettivi climatici”. Un’opportunità da non perdere anche per le aziende agricole.

I contributi

Servono le regole ma soprattutto  gli incentivi per far decollare questo strumento.  Vediamo più nel dettaglio: Un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal Pnrr e rivolto alle comunità i cui impianti sono realizzati nei comuni sotto i cinquemila abitanti che supporterà lo sviluppo di due gigawatt complessivi, e una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa per tutto il territorio nazionale. I due benefici sono tra loro cumulabili. Attraverso il provvedimento sarà  favorito lo sviluppo di cinque gigawatt complessivi di impianti di produzione di energia rinnovabile.

Le comunità energetiche agricole?

Le imprese agricole possono partecipare alle comunità energetiche miste ovvero dove ci sono altre imprese di altri settori economici, ma anche le associazioni. Per essere precise ecco cosa si legge nelle faq pubblicate dal ministero: “Una Cer è un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità”.  Fuori le grandi imprese che “non possono essere membri di una Cer  ma possono far parte di un gruppo di autoconsumatori rinnovabili”.

In Sicilia la Mediterranea

Ma esistono comunità energetiche tutte o soprattutto agricole? Su myfruit.it abbiamo scritto di Gaia Energia sostenuta da Copagri, ma punta ad avviarla anche il Caab di Bologna a beneficio dei grossisti e degli altri operatori del mercato ortofrutticolo. Nel giugno del 2021, come si legge anche nel sito Internet di Enel, “ha visto la luce in Sicilia la prima comunità energetica agricola italiana per la produzione e l’autoconsumo collettivo di energia rinnovabile. L’iniziativa ha coinvolto un gruppo di piccole e medie imprese del Ragusano, con un’estensione territoriale complessiva pari a circa 60 ettari, capitanate dalla società consortile agricola La Mediterranea”. Ma anche altre sono state già avviate. E’ tempo di agroenergie rinnovabili.

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