11 gennaio 2021

“Con 20mila euro ci siamo fatti un’azienda”

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Sono partiti nel febbraio 2019, armati di buone intenzioni (tante) e alcuni risparmi (pochi). Nel giro di neanche due anni hanno messo in piedi un’azienda – la GreenProject di Cesenacresciuta al ritmo del 300% tra 2019 e 2020 ma, soprattutto, con un margine di profitto che si aggira sul +30%.

I protagonisti di questa start-up sono tutti giovanissimi e si chiamano Filippo Casali (24 anni, discuterà la tesi per la laurea in agraria il prossimo 25 marzo), Riccardo Brandolini (23), Raffaele Rattini (26) e Samuele Lombardi (22). Myfruit.it ha intervistato Filippo Casali.

Come è nata l’idea della GreenProject?

All’università ho ascoltato una lezione in cui si parlava del percorso degli alimenti dal campo alla tavola e si evidenziavano i vari passaggi intermedi che normalmente ci sono. Così, parlandone con il mio amico Riccardo, abbiamo ideato questo progetto pensato sostanzialmente per eliminare molti di questi passaggi. L’idea è poi stata subito accolta anche da Samuele e da un altro socio, in seguito rimpiazzato da Raffaele. Insomma, siamo sempre stati in quattro (nella foto, da sinistra: Filippo, Raffaele, Riccardo e Samuele).

Con quale capitale siete partiti?

Praticamente con nulla o poco più. L’investimento è stato di 5.000 euro a testa, 20.000 euro in tutto, che per il settore agricolo è piuttosto ridicolo. Non avevamo infatti né mezzi né terreni, ma non volevamo nemmeno ricorrere a finanziamenti o altro. Abbiamo così cominciato prendendo tutto in affitto, iniziando con l’affitto di 1 ettaro di terreno in convenzionale, che abbiamo cominciato a lavorare da maggio 2019. La prima esperienza l’abbiamo fatta tutta in monocoltura, producendo solo verza, e vendendola all’ortomercato di Cesena. Poi, a inizio 2020, abbiamo cominciato coi privati.

Come è proseguita l’esperienza?

Dal punto di vista dei terreni lavorati, oggi siamo a circa 6 ettari. A inizio 2020 abbiamo preso in affitto un altro ettaro e mezzo a convenzionale, a giugno un altro ettaro e mezzo a frutteto che mi hanno dato i miei nonni e a settembre gli ultimi arrivati sono due ettari bio. Dal punto di vista commerciale, all’inizio dello scorso anno eravamo già pronti con la nostra piattaforma per la vendita ai privati. Con l’avvento della pandemia, l’attività è di fatto esplosa, registrando un notevolissimo incremento. A fine dicembre 2020, poi, oltre alle province di Forlì Cesena, Rimini e Ravenna, abbiamo aggiunto anche la provincia di Bologna, che vede già un centinaio di clienti iscritti al nostro servizio.

Quali sono oggi i numeri dei contatti della GreenProject?

In un anno 2.500 persone hanno fatto acquisti almeno una volta tramite il nostro portale e circa 600 sono gli abbonati settimanali, che fanno acquisti quindi una volta la settimana.

Fate tutto voi, dalla produzione al trasporto?

Esattamente. Siamo noi quattro più due operai, uno che ci aiuta in campagna e uno nella gestione degli ordini.

Non avete il tempo per annoiarvi

La giornata di ognuno di noi inizia alle 6 del mattino e termina alle 20. Comunque io sto anche finendo di studiare…

Ora disponete di alcuni mezzi di proprietà?

green project

Da alcuni mesi abbiamo acquistato un trattore. Prima facevamo tutto tramite contoterzisti o manualmente. Poi abbiamo una cella frigorifera per lo stoccaggio della merce.

Cosa avete in listino?

Una quindicina di ortaggi, oltre a cinque – sei frutti, tra cui agrumi, grazie alla collaborazione con un commerciante siciliano che viene sue volte al mese dalla Sicilia. Ad esempio, adesso abbiamo verza cavolo cappuccio, gli ultimi finocchi, porri, patate, cipolle e altro ancora. Inoltre, abbiamo già piantato aglio, cipolle, fave e piselli. Di tutto ciò che proponiamo, oltre il 70% è di nostra produzione.

Siete soddisfatti?

Moltissimo, specialmente considerando che, tenendo tutto all’interno, il margine di profitto è di circa il 30%, che per una start-up come la nostra non è poco.

Dopo l’estensione del servizio alla provincia di Bologna avete altri obiettivi?

Per ora puntiamo a coprire bene queste zone. Poi, in prospettiva, lo scopo è senz’altro quello di espanderci, prima alle altre province della regione e poi a livello nazionale.

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