Come sarà la nuova stagione corilicola nell’areale di Giffoni Sei Casali (Salerno), uno dei più vocati a livello nazionale? A rispondere è Adolfo Grimaldi, terza generazione alla guida dell’azienda agricola di famiglia che produce nocciole e noci, destinate dopo la trasformazione ad essere commercializzate in Italia e all’estero. Peraltro, l’agricola Grimaldi rappresenta una realtà pioneristica in fatto di trasformazione, dal momento che il primo laboratorio interno risale al 1975.
“Ci auguriamo naturalmente – dichiara Grimaldi – che la nuova campagna sia decisamente migliore rispetto a quella del 2021, quando abbiamo raccolto circa un 30% del nostro potenziale produttivo. L'anno scorso, infatti, ci sono stati problemi durante la fase della seconda impollinazione, forse per giornate di freddo eccessivo. Quest'anno, siamo al momento fiduciosi di riuscire a far meglio”.
Di sbocchi commerciali per le sue nocciole, del resto, Adolfo Grimaldi ne ha trovati diversi. Alcuni sono anche di grande prestigio. “Per la prima volta quest’anno – spiega – abbiamo partecipato al Taste di Firenze e siamo rimasti molto soddisfatti per i contatti che abbiamo sviluppato. Credo che ripeteremo l’esperienza anche il prossimo anno. Intratteniamo rapporti commerciali in tutta Italia e anche all’estero, con interlocutori che comprendono la qualità che sta dietro alle nostre nocciole. Tanto che vendiamo già i nostri prodotti a diversi ristoranti di Parigi e di Lione, oltre che a locali italiani sia della costa adriatica, sia di quella tirrenica”.
Un rilievo interessante, poi, è quello che Grimaldi fa riguardo alle gelaterie/pasticcerie rispetto ai ristoranti. “In linea generale – spiega – lavoriamo più spesso con i ristoranti rispetto a gelaterie o pasticcerie. Queste ultime, infatti, quando cercano il nostro prodotto, chiedono prezzi più bassi rispetto alla Nocciola del Piemonte, mentre io vendo le mie nocciole a prezzi analoghi, se non più alti. Non possiamo del resto fare altrimenti, sia perché offriamo un prodotto di elevata qualità, sia perché abbiamo costi di produzione molto alti. Se poi ci sono annate come quella del 2021, in cui si è fatto poco o nulla, è chiaro che non possiamo abbassare troppo i prezzi. Insomma, occorre trovare anche nel nostro settore un giusto equilibrio tra domanda e offerta”.