05 ottobre 2015

Confezioni ortofrutta. Ad ogni canale il suo imballaggio

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È un primo passo, ma già molto indicativo. Come, infatti, sottolinea l Cav. Paolo Bruni, presidente del CSO di Ferrara, dai primi dati dell’indagine sulle diverse tipologie di confezioni utilizzate nel mondo dell’ortofrutta attraverso l’osservatorio voluto dall’azienda Bestack (il consorzio italiano dei produttori di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta,), emergono spunti e indicazioni già molto interessanti per l’intera filiera. La prima è che “dalla pioggia di numeri, la prima considerazione che salta all’occhio è che esiste una correlazione fra tipologia di imballaggio usato e canale commerciale di riferimento- commenta il direttore di Bestack, Claudio dall’Agata.

Dal 2011 al 2014, periodo preso in considerazione dall’indagine attraverso interviste ad un campione di soci del CSO che complessivamente produce oltre un milione di tonnellate annue, per circa 100-120 milioni di imballaggi utilizzati, l’analisi delle tipologie di imballaggi usati mostra una predominanza del cartone ondulato sugli altri materiali.

Scendendo però nel dettaglio dei diversi canali di stribuzione la situazione appare più eterogenea. Nel mercato tradizionale è preponderante il legno, con un trend costante che si attesta al 47%, segue il cartone con il 40%, e la plastica monouso (6%). La plastica riutilizzabile è poco presente. Nella Gdo, invece, è preponderante la plastica riutilizzabile, con trend costante del 45%, poi c’è il cartone, che registra una contrazione e nel 2014 arriva a quota 40%. Cresce l’utilizzo della plastica monouso (10% nel 2014); il legno si attesta a quota 4%. Sul mercato estero c’è una netta predominanza degli imballaggi in cartone ondulato, che ricoprono circa il 70% del totale.

L’indagine ha poi analizzato l’incidenza dell’uso dei diversi imballaggi in relazione a determinati prodotti come pesche, nettarine, kiwi e pere. In questo caso per pesche e nettarine gli imballaggi in cartone ondulato crescono leggermente sul mercato tradizionale superando quota 30% (ben distanti ancora dal legno al 50%), sono l’imballaggio più utilizzato per l’export, con un trend stabile, mentre si riducono in Gdo in Italia rimanendo comunque la tipologia più utilizzata. Cambia la situazione del kiwi, per il quale il cartone ondulato la fa da padrone assoluto in tutti e tre i canali commerciali, grazie alla forza delle politiche di marca. Situazione che non si ripete nel caso delle pere dove il legno rappresenta l’80% nel dettaglio tradizionale e la GDO richiede invece sempre più diffusamente cassette di plastica a sponde abbattibili. Seppur con un trend decrescente, il cartone resta l’imballaggio più più utilizzato per l’export.

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