22 dicembre 2022

Conserve di pomodoro, l’inflazione favorirà le vendite

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La campagna 2022-23 è partita all'insegna della riduzione delle vendite e dell'aumento della spesa e dei prezzi al dettaglio. E' quanto emerge dal report di Ismea sulle tendenze degli ortaggi con focus sul pomodoro.

Ma, si legge nelle pagine, “la forte ondata inflattiva, che ha ridotto il potere di acquisto delle famiglie europee, potrebbe favorire la vendita di conserve di pomodoro“.

Il ruolo dell'Italia

L’Italia è il terzo produttore mondiale di pomodoro fresco destinato alle conserve. Nel 2022 sono state prodotte e trasformate circa 5,5 milioni di tonnellate, pari al 15% della produzione mondiale e al 56% di quella europea.

Il fatturato della filiera ammonta a oltre 4 miliardi, di cui 2,2 provengono dalle esportazioni. L’Italia si conferma il primo Paese produttore di conserve di pomodoro destinate direttamente al consumatore finale; il 60% di quanto lavorato in Italia viene esportato.

Diminuiscono le superfici, aumentano i costi

Nel 2022, in Italia, la superficie investita a pomodoro da industria è diminuita sia rispetto al 2021 (-8,4%) sia rispetto al dato medio del triennio 2019-2021 (-2,9%).

La flessione più marcata è stata registrata nel bacino produttivo del centro-sud Italia (-13,5%) mentre nel bacino del nord Italia la superficie investita si è ridotta del 4,1 per cento.

La scarsa disponibilità di acqua, l'aumento dei prezzi dei prodotti energetici e dei concimi, e la concorrenza di colture alternative al pomodoro sono tra i principali elementi che hanno penalizzato gli investimenti.

Trasformazione in contrazione

La campagna di trasformazione 2022 si è conclusa con una produzione in flessione del 9,7% rispetto al 2021, a fronte di 65.180 ettari messi a coltura. In particolare, nel nord Italia, le conserve di pomodoro all’industria di trasformazione sono ammontate a circa 2,9 milioni di tonnellate, con un calo del 6,8% sullo scorso anno, mentre nell’area centro-sud sono stati consegnati circa 2,6 milioni di tonnellate, -12,7% rispetto al 2021.

Gli acquisti al dettaglio

Le tipologie di conserve di pomodoro più acquistate in italia sono le passate e le polpe (54% della spesa complessiva). A seguire i sughi pronti (12% dei volumi e circa il 30% della spesa) e i pomodori pelati (10% degli acquisti e 8% della spesa). Completano il paniere le conserve di pomodorini, il concentrato di pomodoro e i sughi freschi.

La tendenza di fondo del mercato vede la graduale riduzione del mercato di questi prodotti, ma alla contrazione dei quantitativi venduti fa da contraltare l'aumento della spesa, che va ascritto a due diverse motivazioni. Da un lato si osserva l’aumento dei listini medi che interessa tutte le referenze della linea rossa; dall'altro lato si evidenzia la progressiva sostituzione dei prodotti basici (pelati e polpe) con prodotti a maggiore contenuto di servizio (passate e sughi pronti).

In termini di prezzo medio i rincari hanno interessato tutti i prodotti: passate (+4,2% su base annua), polpe (+3,5%) e pelati (+4,9%), sughi pronti (+2%). Se invece si confrontano i dati di vendita della stagione commerciale 2021-22 con quelli medi del biennio precedente si osserva che i prodotti più dinamici sono stati i sughi pronti (+3,1% in quantità), i sughi freschi (+20%) mentre sono diminuiti gli acquisti di pomodori pelati (-13% in quantità), polpe (-8%) e passate (-6,6%).

Il bio è dinamico, ma…

Le conserve di pomodoro biologiche certificate in Italia rappresentano il 5% circa delle vendite al dettaglio. Negli ultimi anni questo segmento ha mostrato un’elevata dinamicità, ma nella campagna 2021-22 c’è stato un rallentamento delle vendite e il confronto con la campagna commerciale precedente indica un fisiologico decremento degli acquisti (-3,8%) a fronte di un lieve calo dei prezzi medi (-1,9%).

Bilancia commerciale positiva

Le conserve di pomodoro sono il prodotto ortofrutticolo che vanta il miglior saldo della bilancia commerciale italiana. Nell’ultima campagna il saldo dell’Italia ha superato la cifra record di due miliardi grazie a esportazioni per oltre 4,3 milioni di tonnellate, espresso in peso equivalente di pomodoro fresco, per un valore di 2,2 miliardi.

L’ultima campagna commerciale è stata caratterizzata da un notevole aumento dei listini medi che sono cresciuti del 32% per i prodotti importati e dell’11% per quelli esportati.

In termini di valore, le conserve di pomodoro maggiormente esportate sono i pomodori pelati e le passate che, insieme, rappresentano i tre quarti delle esportazioni.

Le importazioni di conserve hanno comportato esborsi per 197 milioni e hanno riguardato 1,4 milioni di tonnellate di prodotto, in peso equivalente di pomodoro fresco. L’incremento più consistente delle importazioni ha riguardato la spesa per i concentrati di pomodoro con oltre 30% di sostanza secca che è cresciuta da 109 a 132 milioni.

E' significativo anche l’incremento registrato dalle passate le cui importazioni sono cresciute da 12 a 15 milioni.

L'export in 180 Paesi

Quanto ai principali mercati di sbocco, l’Unione europea assorbe il 50% delle esportazioni italiane ma, nel complesso, sono circa 180 i Paesi che acquistano conserve made in Italy.

La Germania è il primo cliente con un incremento del 19% in valore rispetto alla campagna 2020-21. Seguono Regno Unito, Francia e Usa. I Paesi Bassi, con un aumento del 34% delle importazioni, si aggiudicano il quinto posto. Si segnala l'avanzata della Libia, che entra nella top ten.

Nell'import domina la Cina

Per quanto riguarda l'approvvigionamento dell’Italia, la quota dai paesi extra Ue è del 69%, con la Cina che predomina (40%). Nella campagna 2021-22 i primi cinque fornitori sommavano il 90% dell’approvvigionamento complessivo, con Cina e Spagna in testa, per un totale del 61% dell’importazioni. Nell’ultima campagna, però, sono fortemente diminuite le forniture da Cina (-20% dei volumi importati) e Usa (-58%). Di contro, Spagna (+140%) e Turchia (+150) hanno fatto un gran balzo in avanti guadagnando rispettivamente la seconda e la terza piazza.

Le previsioni

Le preoccupazioni per la stagione commerciale 2022-23 riguardano i rincari dei costi energetici e delle materie prime, che incidono sul prezzo al dettaglio. E poiché le prospettive del settore sono indissolubilmente legate al successo delle conserve sui mercati esteri, si auspica nella riduzione dei costi di trasporto.

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