07 settembre 2014

Consorzio Funghi Treviso. Filiera controllata e investimenti

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Un gruppo di 13 aziende, molte delle quali oramai giunte alla seconda generazione a testimonianza di una tradizione e di una cultura del lavoro che ha radici ben solide. «La provincia di Treviso è sempre stata la più importante in Italia nella coltura dei funghi coltivati». Giorgio Grespan, vicepresidente del Consorzio Funghi Treviso, è tra i soci fondatori che nel 1999 diedero origine alla cooperativa. Una realtà che produce circa il 35% di tutti i funghi coltivati nel nostro Paese. «In totale produciamo tra i 15.000 e 16.000 tons all’anno, sostanzialmente equamente divisi tra tutti i soci, considerando che la dimensione produttiva media arriva intorno ai 1500/2000 tons a testa».

Una filiera corta, completamente controllata, anche per merito della vicinanza tra i soci produttori, dislocati tra le provincie di Treviso, Padova e Belluno, e lo stabilimento di lavorazione e confezionamento situato a Istrana (TV). «I soci raccolgono i funghi al mattino e immediatamente vengono trasportati in sede per essere lavorati». Gli Champignon sono il prodotto principe, ai quali si affianca la coltivazione di Pleurotus, Pioppini e Cornucopiae. Canali distributivi? Tutti: mercati ortofrutticoli, grande distribuzione e industria.

Qualità, tecnologia e investimenti. Queste le parole chiave della filosofia aziendale sin dall’inizio e che nel 2012 ha visto l’attivazione di un importante nuovo impianto di cottura che consente si servire l’industria con funghi precotti. «Come l’anno scorso, anche quest’anno stiamo consolidando questo impianto che ci consente di produrre un fungo precotto semilavorato, già scottato in salamoia, da fornire all’industria. L’unico del genere in Italia». Anche la IV gamma, un settore in grande ascesa in Italia, che rappresenta uno dei primi mercati a livello europeo, è uno degli obiettivi della cooperativa. «La Gdo ce lo richiede e quindi abbiamo creato un piccolo laboratorio che contiamo di sviluppare ulteriormente». Peculiarità di questo segmento? «Già dalla raccolta dobbiamo prestare grande attenzione che il fungo abbia un’ottima consistenza. Poi bisogna essere veloci, perché i funghi devono essere lavati in tempi brevi. Ma anche in questo caso l’organizzazione della nostra filiera e le distanze brevi vanno perfettamente incontro a questa esigenza».

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