Crescono i consumi domestici nei primi nove mesi del 2021. A dirlo è il report di Ismea datato dicembre 2021, il quale evidenzia come la spesa si sia mantenuta a livelli elevati (+0,7%) rispetto all'anno record 2020.
Ma, va detto, tale incremento è da ascriversi non tanto ai carrelli più pieni, quanto a un generalizzato aumento dei prezzi medi di acquisto.
Si registra inoltre una minore affezione al prodotto confezionato rispetto a quello sfuso e cresce l'attenzione verso prodotti gourmet, certificati (Dop e Igp e i biologici) e, dunque, con elevato valore aggiunto.
Più spesso al supermercato, torna lo sfuso
Aumenta la frequenza di acquisto (+16%) e decresce, parallelamente, l’interesse per i prodotti conservabili (scatolame), che avevano registrato nel 2020 una crescita quattro volte superiore rispetto ai prodotti freschi, con un aumento delle vendite in valore pari all'8 per cento. Al contrario, tornano nei carrelli i prodotti freschi sfusi, anche altamente deperibili. E sono proprio questi a mantenere in positivo la spesa con un incremento dell’1,3%, contrapposto alla lieve flessione dello 0,6% dei prodotti imballati.
Frutta e verdura tengono
Nel carrello della spesa la presenza della frutta resta un'abitudine consolidata: la spesa per quella di stagione registra un incremento del 3,6% nel 2021, con prezzi in aumento per uva, pesche, nettarine, angurie, kiwi, mele e pere.
Volumi sono in contrazione per mele e kiwi e, tirando le somme, la spesa per la frutta segna una flessione del 0,5% da imputare alla contrazione sia dei prodotti a base di frutta trasformata (-6,9%), sia ad alcuni del reparto del fresco, in primis gli agrumi, i quali segnano un decremento del 12%, determinato da un -3% dei volumi e da un -10% dei prezzi.
Confermano il trend positivo i prodotti ritenuti salutari: +39% avocado, +34% mirtilli e +15% mandorle. A proposito di queste ultime, resta vivo l’interesse per la frutta a guscio, che rappresenta il 12% del comparto in valore. Tuttavia, dopo l’incremento dell’8,7% nel 2020, la spesa nei primi nove mesi del 2021 si contrae dell’1,6%, per via di un ridimensionamento dei prezzi medi di vendita (noci e mandorle registrano flessioni di prezzo nell’ordine del 13%). In flessione l’interesse per la frutta trasformata: -4,6% per le conserve e -0,7% per e i succhi di frutta (già in negativo nel 2020).
Ripresa della IV gamma
Il comparto degli ortaggi, dopo la crescita delle vendite in valore del +9,1% del 2020, segna un lieve ridimensionamento (-0,7%) frutto della flessione della spesa per i trasformati, che pesano sul comparto per il 39% in termini di valore e la cui flessione è del 2,7% controbilanciata da un incremento della spesa per i freschi che, nei primi 9 mesi del 2021, segna un incremento del 0,7 per cento.
Tra i prodotti freschi pesa il ridimensionamento della spesa per le patate, che dopo il boom del 2020 (+13%) subiscono un decremento dell'11% nei primi nove mesi 2021.
Di contro, per gli altri ortaggi freschi la spesa cresce dell’1,1% dopo un 2020 che aveva già messo a segno un +11,5 per cento. Da evidenziare soprattutto la ripresa dei consumi della IV gamma che, dopo un anno in negativo (-5.4%), tornano di nuovo a crescere (+6,4%).
Il segmento degli ortaggi trasformati mostra una flessione della spesa da ascriversi in gran parte al ridimensionamento degli acquisti di prodotti a base di pomodoro (-4,9%) e delle conserve sott’olio e dei legumi in scatola.
In flessione (-1,4%) la spesa per gli ortaggi surgelati, per i quali comunque gli acquisti si attestano su volumi superiori al periodo pre-pandemico.
Continua l'ascesa dei discount, cresce l'online
Quanto ai canali di vendita, i supermercati si confermano il primo luogo di approvvigionamento delle famiglie (vi è transitato il 41% dei volumi totali), ma a farsi notare sono i discount. I quali, con una quota del 14%, continuano a rappresentare la categoria con crescita maggiore: +12% rispetto al 2019.
Continuano a crescere anche le vendite on line che, con un incremento del 4% rispetto al 2020 e un raddoppio rispetto all’inizio della pandemia, oggi pesano oltre il 3% delle vendite alimentari retail totali.
Materie prime e logistica pesano
La crisi delle materie prime e il caro-energia stanno avendo ripercussioni dirette sui prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari, a partire del terzo trimestre del 2021. I maggiori costi della logistica, tra caro energia e carburanti alle stelle, unitamente a problemi meteorologici, hanno prodotto aumenti dei listini al dettaglio soprattutto per frutta e verdura: +20% i prezzi dei pomodori e +5% quelli di pesche e nettarine.