La fusione per incorporazione tra le due principali associazioni di organizzazioni di produttori italiane (Aop) – Finaf e Gruppo Mediterraneo – che ha visto il suo recente battesimo a Bologna, è stata da più parti ribattezzata come un nuovo “maxi polo dell’ortofrutta”. Il Sole 24 Ore, in particolare, parla della nascita del “più grande colosso dell’ortofrutta”. E i numeri, in effetti, impressionano: giro d’affari stimato di 1,4 miliardi di euro, 22 organizzazioni di produttori unite in rappresentanza di 15mila aziende agricole, 79mila ettari coltivati, più di 100 referenze pari al 27% del raccolto italiano di pere, il 25% del pomodoro da industria, il 20% del kiwi e il 14% delle pesche e nettarine, 2 milioni di tonnellate di prodotto. Primo obiettivo: l’export. Come ha dichiarato Roberto Cera, presidente di Finaf, sempre al Sole 24 Ore: “l’Italia coltiva sì 36 milioni di tonnellate di ortofrutta l’anno, ma ne consuma appena 8 milioni”. Ecco l’ambizione di creare un nuovo modello che miri non solo all’Europa, ma al mondo intero.
Un’altra lettura che deriva da questa fusione è, come sottolineato questa volta dal Resto del Carlino, il superamento delle storiche barriere tra coop bianche e rosse e la possibilità di mettere in sinergia leader dell’ortofrutta fresca come Apo Conerpo e Apofruit.
16 febbraio 2012
Coop rosse e bianche insieme. Nasce un polo da 1,4 miliardi di euro
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