16 settembre 2021

Cooperativa Produttori Nocciole: inediti progetti sull’innovazione

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L’annata 2021 è senz’altro da dimenticare per tanti, se non per tutti i produttori di nocciole della Tuscia. Questa è infatti una delle zone d’Italia in cui le gelate primaverili hanno picchiato più duramente e i risultati si stanno vedendo in questi giorni, con una produzione che è arrivata ai minimi termini. Tuttavia, ci sono realtà come la Cooperativa Produttori Nocciole di Ronciglione (Viterbo) che sono proiettate ben oltre le contingenze del momento e guardano avanti con progetti decisamente innovativi, che potrebbero fare da pilota per la corilicoltura italiana e non solo. A fare il punto della situazione è il presidente della cooperativa, Piero Brama, che spiega: “Innanzitutto, quest’anno è da dimenticare dal punto di vista produttivo. Solo nei prossimi giorni avremo dati definitivi, ma posso già dire che qualche mese fa, quando dissi che sarei stato contento se avessimo raccolto il 40% rispetto allo scorso, ero stato decisamente troppo ottimista”.

Le notizie positive arrivano comunque dalla base sociale, con Brama che conferma la crescita e Gianluca Santinelli, tecnico della cooperativa, che precisa: “L’anno scorso eravamo 130, quest’anno la base si è allargata a 150 soci”.

Ma non solo: “In questi giorni – spiega ancora Brama – diffonderemo un video che abbiamo realizzato in collaborazione con il prof. Stefano Speranza, coordinatore del team di entomologia all’Università della Tuscia, in cui parliamo del problema della cimice legato alla corilicoltura e di altri temi. Ci accorgiamo del resto sempre più che occorre fare una corretta informazione su argomenti come questo, per spiegare come è possibile fare corilicoltura”.

Poi, c’è già un grande progetto che bolle in pentola per il 2022. “Siamo stati contattati da una società tedesca – riferisce ancora Brama – per fare una sperimentazione su sonde innovative a partire dal prossimo anno. Spiegando il tutto in termini molto semplici, si tratta di sonde che andranno ad indagare non l’umidità del terreno, bensì quella all’interno della pianta, attraverso un contatto fogliare. In questo modo, si potrà sapere effettivamente il livello di idratazione di ogni singola pianta, al di là dell’umidità del terreno, quindi arrivare in prospettiva anche a un notevole risparmio idrico”.

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