06 marzo 2020

Coronavirus, Di Pisa: “Ai mercati il crollo è del 30%

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Mense scolastiche chiuse per un mese, bloccati (in alcune città del Nord) e meno frequentati i mercati degli ambulanti, poi alberghi vuoti e ristoranti deserti più qualche problema per l’export. Il  crollo delle vendite nei mercati tocca il 30%. Un dato diffuso da Fedagromercati. Ma il peggio, si stima, deve ancora arrivare e ci si aspetta una picchiata nei volumi: fino al 50%. In un settore già piegato da sovraproduzione e prezzi in calo per un inverno decisamente troppo mite.

Le stime di Valentino Di Pisa, presidente Fedagromercati

Valentino Di Pisa, presidente nazionale di Fedagromercati:

Una prima fotografia della crisi del settore è scattata per myfruit.it  da Valentino Di Pisa, presidente nazionale di Fedagromercati: “Purtroppo le stime a oggi iniziano a essere negative a doppia cifra. Nella prima settimana non abbiamo risentito del fenomeno, c’è stata una corsa all’acquisto, ma ora le percentuali negative stanno nettamente peggiorando e ci avviciniamo al 30% in meno di volumi”.

Colpiti i fornitori di mense scolastiche, Horeca e mercati rionali

Il virus rallenta tutto il sistema economico, ma con intensità differente a seconda dei settori. Forti differenze si registrano anche all’interno della filiera dell’ortofrutta dove il consumo fuori casa è quello più danneggiato. “Gli effetti dipendono anche dalla tipologia di clientela dell’operatore – sottolinea il presidente dell’associazione -. E' in sofferenza chi lavora con Horeca, ristorazione, catering, mense soprattutto quelle scolastiche”. Sono drammatiche le ripercusioni per tutti i venditori ambulanti che lavorano nei mercati cittadini e rionali. In particolare nelle regioni del nord, per non parlare delle zone rosse, dove alcuni sono stati chiusi.

Eccesso di zelo e concorrenza sleale alle frontiere

Un paradosso viene evidenziato da Di Pisa: “Nessun problema per quanto riguarda l’approvvigionamento, sotto il profilo sanitario il prodotto è anche più garantito perché ci sono maggiori controlli e attenzioni, ma se proseguono le chiusure di scuole e il rallentamento delle attività lo scenario diventerà drammatico”. Per non parlare dell’export: “Un eccesso di zelo con operatori frontalieri che hanno avuto il coraggio di chiedere il certificato di garanzia, sono politiche di concorrenza sleale”.

Pesa anche la  sovrapproduzione e il  calo dei prezzi. Sos al Governo

Agli effetti dell’emergenza coronavirus bisogna sommare la sovrapproduzione causata dal caldo inusuale con conseguente abbassamento dei prezzi dei prodotti. Problema su problema e l’associazione sta elaborando le richieste da portare sul tavolo del governo: “Se la situazione peggiorasse ulteriormente, sarebbe necessario un intervento attraverso sgravi fiscali, il congelamento o la riduzione dei canoni di concessione/affitto o la sospensione del pagamento dei mutui da parte del mondo finanziario”.

Pallottini di Italmercati scrive al presidente del consiglio Giuseppe Conte

Fabio Massimo Pallottini, presidente Italmercati

Si muove anche Italmercati con il presidente Fabio Massimo Pallottini che ha scritto al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e alla ministra alle politiche agricole, Teresa Bellanova, per evidenziare lo stato di crisi: “Tutte le nostre aziende stanno subendo gravissimi danni economici legati al calo dei consumi e delle vendite”. Pallottini ha anche chiesto un confronto per condividere i procedimenti di messa in sicurezza della rete dei mercati. Problemi anche sul fronte export per il presidente di Italmercati: “Sono necessari interventi che sostengano la filiera e la nostra attività verso i mercati esteri. L'Europa solo in questi ultimi giorni sembra rendersi conto dei problemi che i nostri operatori hanno subito per esportare il made in Italy. Il sostegno del Governo per noi è decisivo“.

Al mercato di Milano calo del 10%

Milano è vicino alla zona rossa,  ma il mercato per ora ne ha risentito in modo limitato. Spiega la situazione Michele Colasuonno, vicepresidente di Fedagromercati e consigliere Ago Milano, con i primi numeri: “Per quanto riguarda i volumi con il quintalaggio dobbiamo aspettare, ma per quanto riguarda gli ingressi  degli operatori riscontriamo un calo del 10%”. I danni non sono distribuiti in modo omogeneo: “Parliamo di 120 imprese operative nel mercato, ma il vero danno è per alcuni segmenti. Chi lavora con le mense scolastiche può aver perso fino al 80% – sottolinea Colasuonno -. Io fino a qualche anno fa ho lavorato in quel settore e si trattava di 150 quintali di verdura e 300 quintali di frutta. Non penso ci siano dei grossi cambiamenti nelle quantità. Poi soffrono gli ambulanti e chi rifornisce la ristorazione”. Sul fronte sanitario la situazione è sotto controllo: “In ortomercato circolano circa 5/6 mila persone al giorno e con Sogemi abbiamo condiviso procedure e dato tutte le informazioni. Non si è verificato alcun caso”.

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