09 dicembre 2016

Crai: la qualità prima dei volumi

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Oltre alla riorganizzazione dei punti vendita che ha previsto il posizionamento del reparto in ingresso, Crai ha voluto fare dell’ortofrutta il proprio biglietto da visita mettendoci letteralmente la faccia e sfruttando la natura unbranded della maggior parte dell’offerta per valorizzare la qualità dei prodotti a marchio del distributore. Da circa 7-8 anni l’insegna certifica i propri prodotti freschi a marchio con un bollino di filiera italiana garantita e, con il progetto “Scelto per te Crai”, si fa garante di alcuni prodotti importati. Inoltre, da febbraio di quest’anno, ha proposto anche la linea di ortofrutta bio a marchio proprio che al momento conta 30-35 prodotti stagionali e in continua manutenzione integrando l’assortimento in essere con anche referenze esotiche.

Dai fornitori vogliamo come condizione essenziale la qualità costante.

afferma Roberto Bonalumi, responsabile nazionale ortofrutta Crai.

Per controllare il prodotto dal campo al punto vendita ci leghiamo ai fornitori attraverso dei capitolati. La capacità produttiva non è per noi un fattore discriminante, anzi peggiorare lo standard qualitativo per avere una concentrazione di volumi non ci interessa affatto”.

Bonalumi invita il mondo produttivo a investire per migliorare la qualità e per stare al passo con i cambiamenti dei consumi. “Molte volte giocare sugli anticipi della stagionalità con partite di prodotto quasi acerbo rovina il mercato ‒ continua ‒. Il rinnovamento varietale deve tenere conto non solo della resa, ma anche delle caratteristiche organolettiche e del gusto per i consumatori che oggi, ad esempio, vogliono la mela dolce e croccante e la pesca succosa a polpa gialla e dalla buccia rosso intenso”.

Il reparto ortofrutta del punto vendita Crai di Ferrero a S.Francesco al campo (TO)

Il reparto ortofrutta del punto vendita Crai di Ferrero a S.Francesco al campo (TO)

Il responsabile Crai propone un confronto con il mondo produttivo, utile a capire che cosa si sta facendo per migliorare la qualità dell’offerta, per sapere quali sono le nuove varietà che meglio conciliano gusto e shelf-life e per parlare anche di innovazione (per esempio in ambito packaging) e le fiere in questo potrebbero svolgere un utile ruolo di facilitatori.

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