Crisi della frutta estiva e impatto dell’embargo russo nei confronti di alcune produzioni ortofrutticole. Erano questi i temi all’ordine del giorno discussi il 20 agosto nell’incontro tra il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali Maurizio Martina e le organizzazioni di categoria, Sostanzialmente unamini le conclusioni su due punti. Positivo il riconoscimento da parte della Commissione europea circa la gravità della situazione e la decisione di adottare misure di emergenza sia per la crisi di pesche e nettarine, sia per le ripercussioni sul settore ortofrutticolo dopo il blocco delle importazioni deciso dal governo russo. «Tuttavia è assolutamente necessario migliorare alcuni aspetti delle misure previste dalla Commissione nell'atto di delega – ha dichiarato il Ministro Martina -. Mi riferisco, in particolare, alla necessità di integrare le possibili destinazioni dei prodotti ritirati, di ampliare la retroattività delle misure e di prevedere prezzi di ritiro più congrui. Cercheremo inoltre di condividere questi obiettivi con Francia, Spagna e Grecia, che sono gli altri Paesi comunitari interessati alle misure di crisi proposte, in modo da rappresentare con efficacia tali posizioni già nel corso del prossimo Comitato di gestione della Commissione europea previsto per venerdì prossimo».
Anche per quanto riguarda lo stanziamento di 125 milioni di euro per sostenenre i prodotti ortofrutticoli colpiti dall’embargo russo, Martina chiede che le somme siano ulteriormente implementate. «Su questo aspetto – continua Martina – che sarà trattato dal Consiglio straordinario dei Ministri dell'Agricoltura programmato per il prossimo 5 settembre, è emersa la necessità di ampliare in modo congruo anche la lista dei prodotti rispetto a quanto preannunciato dalla Commissione europea».
Sulla stessa la linea anche le dichiarazioni, dopo l’incontro, da parte di Coldiretti e Agrinsieme (il coordinamento tra Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative Agroalimentari). Secondo Mauro Tonello, vicepresidente di Coldiretti, «i 125 milioni complessivamente stanziati dalla Commissione per tutta l'Unione Europea a seguito del blocco delle importazioni in Russia di alcune categorie di prodotti alimentari non sono sufficienti a fronte dei danni diretti e indiretti che si stanno verificando». Tonello, inoltre, chiede «tempestività sulle modalità operative che devono ancora essere definite» e inclusione dei prodotti non compresi dagli aiuti stabiliti da Bruxelles. Inoltre :«per accelerare i tempi per il prodotto in eccesso occorre individuare insieme alla beneficenza altre destinazioni come la distillazione e quella energetica. Il canale della beneficienza non può infatti da solo assorbire centinaia di migliaia di tonnellate di frutta, che gli agricoltori in parte stanno ancora raccogliendo e in parte sono già nelle celle frigorifere». Anche Agrinsieme chiede, per quanto riguarda la crisi di pesche e nettarine, che «gli interventi di ritiro non siano limitati alla sola distribuzione gratuita, che il provvedimento venga esteso anche ad altre produzioni e che soprattutto i tempi di attuazione siano i più rapidi possibili, ovvero entro la settimana in corso». Sul fronte degli aiuti da destinare alle produzioni colpite dall’embargo russo, anche Agrinsieme ritiene insufficinenti i 125 milioni di euro stanziati dalla Commissione europea.
Fonte news: Agenparl, Ansa