24 agosto 2015

Criticità nel Distretto del pomodoro da industria del centro sud

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L’accordo tra produzione e industria con la creazione di un Distretto per il centro sud Italia era stato firmato lo scorso marzo per regolamentare un settore, quello del pomodoro da industria, caratterizzato da una grande volatilità dei prezzi. Obiettivo: consegna massima da parte degli agricoltori di 2,5 milioni di tonnellate e creazione di un meccanismo che premiasse (o penalizzasse) i produttori in base ai quantitativi consegnati all’industria di trasformazione e alla qualità della materia prima.

Come riportava il 19 agosto FreshPoint Magzine (vedi qui) l’accordo rischia oramai di saltare con la formalizzazione della richiesta di recedere dal contratto per la prossima campagna del 2016 e tornare al libero mercato da parte di ben sette delle undici Op fondatrici del Distretto (Apo Foggia, Fimagri, Conapo, La Palma, Apom, Assodaunia e Pomoidea) che insieme rappresentano più del 40% dell’intera produzione del sud Italia. Tra i punti critici denunciati dei produttori c’è il non rispetto degli accordi da parte dei trasformatori che non avrebbero tempestivamente comunicato ai produttori (entro 48 ore) i dati per la classificazione dei pomodori rendendo vano ogni eventuale contraddittorio avendo già lavorato i pomodori.

Quest’anno la campagna del pomodoro da industria risulta critica a causa dell’accelerazione della maturazione dovuta al clima caratterizzato dall’eccesso di calore. Difficoltà che secondo Italia Ortofrutta Unione Nazionale, membro senza voto del direttivo del Distretto, stanno mettendo “a nudo una delle principali debolezze della filiera del pomodoro del centro sud Italia: la incapacità di gestire le inevitabili difficoltà legate alla campagna produttiva.” Italia Ortofrutta Unione Nazionale considera “non risolutive”, quindi, le dimissioni presentate dalle Op che vogliono uscire dal Distretto, “né danno luogo a soluzioni per meglio rispondere alle criticità che si presenteranno”.

Chiara, quindi, la posizione di Italia Ortofrutta: bisogna continuare ad avere un approccio collettivo di filiera e non individuale per valorizzare un prodotto come il pomodoro da industria che al momento non è ancora economicamente apprezzato a dovere. “Ci saremo illusi – continua Italia Ortofrutta in una nota – se il neonato Distretto alla sua prima vera campagna di produzione avesse gestito senza affanni le problematiche peraltro ben note. Sicuramente vanno migliorate le regole di funzionamento ed attentamente monitorati quei comportamenti che si discostano da quanto concordato ma evitando prese di posizione che danneggiano complessivamente una filiera che sta cercando di dotarsi di regole di funzionamento. Non è certo in piena raccolta il momento più opportuno per tirare le somme su chi non ha rispettato le regole”.

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