06 ottobre 2022

Curti (Dole): “In Spagna nessuno vende le banane a un euro”

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Il dibattito sul prezzo delle banane è aperto perché, con i costi di produzione alle stelle, sembra impossibile che il prodotto posso essere venduto a prezzi bassi, sotto l'euro.

A tal proposito Giusto Curti, managing director Dole Italy, sul proprio profilo Linkedin scrive: “Come tanti operatori sono stato in fiera a Madrid e, come immagino alcuni abbiano fatto, ho dedicato tempo a fare store check. Mi ha colpito come, a differenza dell’Italia, nessun player (a partire da Mercadona in foto) venda banane a un euro il chilo. Evidentemente la questione non è ritenuta un elemento competitivo essenziale dai top player. Essere allineati al prezzo più basso, invece, chiaramente sì… 1,25 era il prezzo di quasi tutti”.

“In Italia invece – continua il manager – un euro è pratica comune ancora oggi come come due anni fa malgrado i costi sostenuti dalla filiera (retailer incluso) siano ormai abbondantemente superiori al prezzo di vendita. Politica di marketing assolutamente legittima per carità… chissà se davvero anche efficace. Di certo non sostenibile a lungo periodo, perlomeno non senza impatti importanti sullo scenario. Attenzione che già l’Europa causa rafforzamento del dollaro e costi dei noli è diventato un mercato da ultima opzione; se poi l’Italia diventa pure il meno sostenibile dei mercati per l’industria bananiera in un contesto di produzioni in contrazione vedo arrivare un 2023 interessante. Chi vivrà vedrà. Per fortuna – conclude Giusto Curti – che noi abbiamo la Dole”.

Fairtrade: da gennaio nuovi prezzi minimi

Intanto, con l’intento di proteggere i coltivatori di banane dall'aumento vertiginoso dei costi di produzione e di vita, Fairtrade ha annunciato dei nuovi prezzi minimi che diventeranno effettivi a partire dal primo gennaio 2023. Attualmente infatti sono iniziate le negoziazioni tra acquirenti e produttori per i contratti del prossimo anno.

Il nuovo prezzo minimo assicurerà in media un aumento del 4,5% per azienda agricola, più un extra del 15% per chi esporta direttamente, al fine di coprire i maggiori costi di esportazione e di confezionamento. 

“Molti consumatori, lavoratori e contadini stanno soffrendo per i costi attuali della crisi – dichiara Silvia Campos, senior advisor per le banane in Fairtrade – L'onere di sostenere l'aumento dei costi non può essere sostenuto solo dagli agricoltori”.

Aumenti ingenti

Secondo i dati raccolti da Fairtrade sul lavoro di numerose aziende agricole certificate dicono che tutti i costi delle materie prime sono cresciuti pesantemente rispetto al 2021: +70% per i fertilizzanti, +39% per il carburante del 39%, +20% per i pallet e gli imballaggi in plastica. Non solo: anche i costi per altri quattro settori chiave e servizi collegati – lavoro, scatole in cartone, trasporto interno e servizi portuali – sono cresciuti a doppia cifra.

“Esortiamo le catene della Gdo e gli importatori a stare dalla parte dei contadini e dei lavoratori Fairtrade – continua Campos – E chiediamo loro di impegnarsi per una responsabilità condivisa e per prezzi sostenibili, per fermare questa continua corsa al ribasso e per garantire che le aziende produttrici di banane siano in grado di rimanere in attività”.

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