Aziende e Persone

06 maggio 2024

Da Battistini il vivaio più innovativo d’Europa: VitroLeaf

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In agricoltura le mani sono sempre meno sporche di terra. Ora si usano le pinzette, si indossa il camice, si lavora in un ambiente sterilizzato e in sinergia con i robot. Le cassette si spostano con rotaie dedicate e se qualche cosa va storto, un operatore da remoto e lontano mille miglia dal laboratorio rimette le cose a posto.

Benvenuti nel  VitroLeaf by Battistini. Siamo a pochi passi da Cesena, nel vivaio Battistini che dal lontano 1949 lavora per dare buone piante da frutto in tutto il mondo: dai paesi del Caucaso a quelli africani e naturalmente tutta l’Europa.

Sono 75 anni dalla parte della natura

Questa mattina si è festeggiato, tante le autorità presenti a Cesena senza dimenticare gli ospiti internazionali, con la famiglia Battistini. Gli eredi di Sebastiano e Domenico Battistini – dal  1996 prendono le redini dell’azienda i fratelli Anna e Franco Battistini, affiancati dai soci Catia Piraccini e Paolo Laghi. La signora Anna ha ricordato come questo progetto è durato quasi vent’anni: “C’erano le mani dei bambini che oggi sono maggiorenni”. Le nuove generazioni.  Grande spazio – l’evento è stato presentato da Cristiano Riciputi – al direttore generale Giuliano Dradi che ha guidato gli ospiti, tra cui myfrui.it, all’interno di questa fabbrica che sembra un ospedale. Anzi una casa  di cura delle piante.

Digitalizzazione, meccanizzazione, robotizzazione e sostenibilità

Nella giornata Giuliano Dradi ha spiegato l’innovazione particolare di questo laboratorio che ha affinato tecnologicamente i metodi e le procedure di micropropagazione. Un dato importante è la meccanizzazione di alcune fasi del processo produttivo  ovvero le cassette che ospitano i prodotti in vitro vengono trasportati grazie a una logistica a guida autonoma all’interno dell’impianto. Una vertical farm visto che si sviluppa per otto metri gestiti interamente da queste macchine.

Un processo controllato grazie alla digitalizzazione del sistema che come ha ricordato il direttore  permette interventi tecnici di assistenza da remoto. Un altro dato centrale è la tracciabilità grazie a un software che mostra tutti i dati dei singoli prodotti: dalla qualità della lavorazione all’intensità di lavoro dell’operatore.

La robotizzazione è avanzata: i bracci robotici riconoscono le singole foglie e una a una le inseriscono nei singoli vasetti della terra – questa fase arriva dopo circa 40 giorni di propagazione e accrescimento in una gelatina – e sono pronti per essere conservati e per le successive fasi di accrescimento prima in serra e poi in terra. Il ciclo è completo, ma commercialmente soprattutto verso alcuni Paesi con barriere elevate è possibile solo la vendita di prodotti in vitro.

Non solo robot, l’occhio e la mano umana sono insostituibili

Le operaie che abbiamo visto al lavoro durante la selezione dei prodotti hanno una capacità di taglio chirurgica, usano dei “bisturi” con estrema precisione e in velocità. Come ha spiegato Dradi: “L’esperienza umana in certe fasi non è sostituibile, il robot non riconosce tutti prodotti”.

A tutta sostenibilità, e cresce l’esotico

VitroLeaf è alimentato a energia. “Abbiamo un impianto fotovoltaico sul tetto, ora stiamo lavorando all’ottimizzazione del suo funzionamento ma rappresenta un grosso apporto”. Si lavora a emissioni zero, il parcheggio aziendale è ricco di postazioni per auto elettriche.

Ai prodotti tradizionali, in particolare le drupacee, e al successo dei piccoli frutti ora si aggiunge una maggiore richiesta per i prodotti esotici. Qualcosa come avocado, ma pure papaia, si vendono anche in Italia. Ma la gran parte è destinata ai clienti esteri.

Un po’ di storia

Battistini vivai viene fondata a Cesena nel 1949 dai fratelli Sebastiano e Domenico Battistini. I due iniziano l’attività vendendo viti e altre piante da frutto al mercato della città, su di un piccolo carretto trainato da cavallo.

Nel 1978 inizia la produzione in vitro con un primo piccolo laboratorio di propagazione di portainnesti fruttiferi. Uno dei primi in Italia. Nel 1996 prendono le redini dell’azienda i fratelli Anna e Franco Battistini, affiancati dai soci Catia Piraccini e Paolo Laghi. Battistini vivai diventa una realtà internazionale di alto livello, leader nel settore agricolo.

Nel 1992 apre, sempre a Cesena, Garden Battistini, il settore aziendale che si occupa di progettazione e realizzazione di parchi e giardini, allestimenti floreali per eventi e matrimoni, piante ornamentali e fiorite da interno ed esterno.

Dal 2012 ricopre il ruolo di direttore generale Giuliano Dradi, precedentemente ricercatore e direttore del primo laboratorio di micropropagazione ed oggi direttore generale. È sotto la sua guida che l’azienda ha registrato anni di forte sviluppo, raggiungendo oltre il 60% di fatturato all’estero e i 12 milioni di piante prodotte all’anno.

Oggi la terza generazione sta imparando sul campo come portare avanti questa tradizione agricola. Le specie più prodotte dall’azienda sono principalmente piante da frutto: ciliegi, peschi, albicocchi e i portainnesti, ma anche piccoli frutti: mirtilli, more, lamponi.

Ogni anno Battistini vivai esporta le proprie piante in tutto il mondo, dal Portogallo alla Georgia, con particolare attenzione negli ultimi anni verso i Paesi del bacino asiatico: Uzbekistan, Tagikistan, a cui si aggiungono Azerbaijan e India.

I numeri di Battistini vivai

Sono 170 i collaboratori impegnati in tutte le fasi della produzione e 12 milioni di piante micropropagate ogni anno. Si esporta in oltre 40 Paesi in tutto il mondo. Per quanto riguarda l’azienda si estende in 115 ettari di vivaio tra la provincia di Forlì-Cesena e Ravenna con
10mila metri quadri di serre coperte 30mila metri quadri di ombrai (coltivazione sotto rete ombreggiante).

Cos’è un laboratorio di micropropagazione

La micropropagazione o coltura in vitro è un metodo di propagazione altamente tecnologico. Il processo, realizzato in laboratorio e in ambiente sterile, permette di ottenere, a partire da gemme, apici o micro talee di piante madri controllate dal punto di vista genetico e sanitario, grandi quantità di piante sane, tutte geneticamente identiche alle piante madri originarie ed in minor tempo rispetto ai sistemi tradizionali di propagazione (talea, innesto, ecc.).

Completato il ciclo in laboratorio, tutte le piantine prodotte in vitro, molto tenere e delicate, devono successivamente essere acclimatate in serra e quindi trapiantate in vaso o messe a dimora in vivaio.

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